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Importanza della prevenzione di LdP in Terapia Intensiva

Lucchini: da SIAARTI un documento sulle strategie preventive

Pubblicato il 05/07/2022 di Sandra Ausili

Tra le numerose sfide legate all'assistenza a pazienti affetti da Covid-19 c'è sicuramente quella del mantenimento dell'integrità cutanea, afferma Alberto Lucchini, infermiere coordinatore di Terapia Intensiva all'Ospedale San Gerardo di Monza. Nel difficile periodo della pandemia sono emerse situazioni critiche legate alla movimentazione del paziente allettato, che necessitano condivisione di buone pratiche in particolare sul tema della prevenzione delle lesioni da pressione.

Dispositivi per il posizionamento del paziente e strategie preventive

L'incidenza delle lesioni da pressione in terapia intensiva è aumentata in maniera drastica dopo l'ondata Covid, spiega Lucchini. I motivi sono da individuare, da un lato, nella gestione di una situazione "di guerra" con personale scarso numericamente e non specializzato per la terapia intensiva e, dall'altro, nei letti di fortuna allestiti dalla sera alla mattina, privi di tutti quei dispositivi specifici che la tecnologia offre oggi per aiutare gli infermieri nelle procedure di prevenzione.

Il riposizionamento efficace di un paziente è uno dei capisaldi della prevenzione delle lesioni da pressione, in particolare nel caso del paziente critico; la letteratura dimostra, infatti, che se i pazienti vengono mobilizzati adeguatamente e precocemente, non solo sarà più rapido il loro recupero nella fase post–acuta, ma anche la fase critica ne può trarre giovamento.

Prima della pubblicazione del documento di SIAARTI - sottolinea Lucchini, membro del board di autori delle "Buone pratiche SIAARTI 2022" - non c'era un documento italiano che potesse aiutare nella guida al posizionamento del paziente critico e che riassumesse le buone pratiche per la prevenzione e il trattamento delle lesioni da pressione. Con questa pubblicazione, invece, oggi le équipe di terapia intensiva hanno a disposizione spunti e aiuti validati dalla letteratura sulle strategie preventive per evitare che i pazienti sviluppino lesioni da pressione e deficit legati all'immobilizzazione.

Spesso in terapia intensiva siamo abituati a misurare l'effetto immediato di ciò che facciamo, ma la vera sfida è pensare che ogni cosa che tu fai oggi ha delle ripercussioni sulle persone a tre, sei, dodici mesi di distanza

Tra le raccomandazioni utili per un supporto nelle decisioni cliniche sul posizionamento e la mobilizzazione del paziente critico sono compresi anche dispositivi conformabili di ridistribuzione della pressione per supportare il posizionamento del paziente, che - grazie ad un'attenzione particolare dell'Azienda - a Monza erano già presenti nelle nostre 25 postazioni letto all'inizio dell'ondata Covid. Va da sé, chiosa Lucchini, che il problema è sorto quando di colpo siamo cresciuti fino a cento letti.