Il sonno rappresenta una delle componenti fondamentali bene alla base della salute umana. Un riposo inadeguato peggiora lo stato di salute e diminuisce la qualità della vita e del benessere psicofisico degli individui. Numerosi studi hanno dimostrato come le tre componenti del sonno (durata, continuità, profondità) siano fortemente compromesse in ambiente ospedaliero e le cause sono numerose: dal numero di pazienti nella camera alla durata della degenza, dalla presenza di dolore alla preoccupazione per la patologia.
Infermiere e la valutazione della qualità del sonno dei pazienti
Dormire è una componente fondamentale per il mantenimento di una buona qualità della salute di ogni individuo. I risvegli frequenti sono, invece, deleteri per il benessere psicofisico e, numerosi studi, hanno dimostrato la loro predominanza nei pazienti ricoverati in ospedale.
Durante la degenza, dunque, il sonno superficiale supera di gran lunga quello profondo causando diversi effetti negativi agli individui. Primo fra questi è la maggior reattività allo stress, seguita da una riduzione della soglia del dolore, da disturbi emotivi e dell'umore, da deficit cognitivi e da delirio.
L'infermiere è garante della qualità del sonno del paziente e come tale deve attuare tutte le misure necessarie ad assicurare un riposo adeguato alle condizioni della persona. In particolare, nella fase di accertamento, deve valutare la qualità del sonno della persona assistita attraverso domande che indagano i risvegli notturni e la sensazione di riposo alla mattina.
Alla luce dell'importanza assegnata a questa tematica, alcuni professionisti dell'Università degli Studi di Torino, hanno condotto una ricerca, pubblicata sul sito ufficiale della Fnopi, al fine di confrontare la percezione degli infermieri da quella delle persone assistite rispetto alla qualità del sonno di queste ultime in contesto ospedaliero.
Risvegli frequenti e difficoltà di addormentamento: i risultati
La media dei risultati ha riportato un punteggio totale RCSQ di 51 punti su 100, questo sta a significare che le persone definiscono il loro sonno mediamente buono. Le difficoltà maggiormente riscontrate sono risvegli notturni frequenti e difficoltà di addormentamento. Paragonando la qualità del sonno in ospedale e a domicilio, nel sesso femminile la differenza non è risultata significativa, mentre in quello maschile molte persone hanno riferito una qualità migliore a domicilio.
Per quanto riguarda i livelli di concordanza, è emerso che la maggior parte delle persone assistite ha valutato il suo sonno nel medesimo modo dichiarato dall'infermiere. Nella restante parte, quest'ultimo è stato più incline a sovrastimare la qualità del sonno che a sottostimarla.
Si è osservato come nelle documentazioni infermieristiche, per informazioni relazione alla qualità del sonno siano scarse. In particolare si è riscontrato come l'infermiere sia più portato ha scrivere solo "ha riposato" senza far riferimento né alla profondità né alla qualità del sonno.
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