Immagina un ragazzo al quale hanno detto che ha una malattia mortale, un ragazzo che improvvisamente si vede catapultato verso l’ignoto, su una strada dalla quale difficilmente vede una via d’uscita. Immagina lo stesso ragazzo in una stanza, fredda, silenziosa, che puzza di farmaci circondato da persone che soffrono, alcuni di questi tremendamente. Lo stesso ragazzo vive nel terrore, perché non sa a cosa sta andando incontro, ha ascoltato storie assurde di persone emaciate, che vomitavano sangue e che svenivano durante le terapie. Ebbene, quel ragazzo ero io!
Devo la mia forza a quattro individui vestiti di bianco: gli infermieri
Immagina ora la stessa stanza fredda, le stesse persone sofferenti, ragazzo compreso e immagina quattro o cinque individui vestiti di bianco, con la targhetta con su scritto infermiere.
Individui all’apparenza anonimi, che inizialmente vedi come tutti uguali, vestiti allo stesso modo e che si muovo allo stesso modo: freddi e distaccati.
Immagina ora, e scusami se ti faccio immaginare tutte queste brutte cose, la stanza fredda e piena di sofferenza, il ragazzo perso nell’oblio dell’ignoto e questi individui vestiti di bianco mescolarsi e ridefinirsi. Immagina che i quattro individui vestiti di bianco comincino ad assumere ognuno una personalità diversa, non sono più la stessa persona: c’è Pasquale che non fa altro che cantare vecchie canzoni napoletane, c’è Maria che sembra una ragazzina, ma che dice di avere cinquant’anni, c’è Nicola che dipinge e mostra i suoi quadri a tutti e c’è Agostino, con il quale hai condiviso l’adolescenza e che oggi è là a sostenerti il braccio, mentre ti infila l’ago nella vena.
Immagina la stanza che da fredda diventa calda, immagina la sofferenza che, sebbene resti immutata nella sostanza, muta nella forma, si alleggerisce. Immagina il ragazzo terrorizzato che improvvisamente si ritrova a sorridere. A cantare insieme a Pasquale, a ricordare questa o quella canzone. A parlare di pittori insieme a Nicola e ad ammirare i suoi quadri. A meravigliarsi di quanto Maria sembri giovane a dispetto dei suoi cinquant’anni.
In tutto questo, i farmaci scorrono nelle vene, così come il tempo scorre senza pensieri.
La malattia si combatte prima con la testa e poi con la medicina
E io devo la mia forza a loro: a quei quattro individui vestiti di bianco che hanno alleggerito il mio terrore.
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