Ho visto un grande flash mob con la partecipazione di tanti professionisti, anche di quelli che comodamente seduti dietro alla tastiera plaudono alle iniziative delle comunità professionali straniere quando si mobilitano in massa salvo poi snobbare la propria. C’era l’Ordine professionale, la casa degli infermieri. E c’era l’intero consiglio direttivo. Poi però mi sono svegliato . Vedere anche i colletti bianchi accanto agli operatori di prima linea a lottare per la tutela della dignità professionale. È questo il sogno che ha fatto un infermiere, al quale la realtà dei fatti - molto diversa, a detta sua - ha però tolto inevitabilmente il sonno.
Aggressioni: ho visto una comunità compatta a dire basta, ma era un sogno
Rimini, pronto soccorso: Flash mob contro le aggressioni agli infermieri
Innanzitutto vorrei ringraziare Nurse24.it per essere stata testimone d’eccellenza del flash mob che alcuni colleghi hanno organizzato ieri di fronte al Pronto soccorso dell’ospedale di Rimini per dire stop alle aggressioni al personale sanitario .
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Purtroppo ero di turno 8-20 in un altro ospedale per cui non ho potuto esserci fisicamente, nonostante abbia contribuito all’idea.
Toccanti le parole della giovane collega Lucia Olivieri : Fondamentalmente è un lavoro d’amore il nostro, quindi lasciatecelo fare, grazie . Lucia, a mio avviso, ha colto perfettamente il core dell’iniziativa .
Chi ha subito e subisce aggressioni è spaventato e rischia concretamente di non riuscire più a fare il proprio lavoro come vorrebbe e come dovrebbe. Il tutto a discapito della gran parte degli utenti che hanno piena fiducia nel SSN e nei suoi professionisti.
Ieri sera mi sono addormentato su queste riflessioni ed evidentemente condizionato ho fatto un sogno
Ho visto un grande flash mob con la partecipazione di tanti professionisti, anche di quelli che comodamente seduti dietro alla tastiera plaudono alle iniziative delle comunità professionali straniere quando si mobilitano in massa salvo poi snobbare la propria.
Nel mio sogno a fianco dei tanti professionisti c’era poi l’Ordine professionale , la casa degli infermieri. C’era l’intero consiglio direttivo , che spontaneamente aveva deciso di far sentire la propria vicinanza a chi ogni turno di lavoro rischia di tornare a casa con la faccia gonfia, il naso rotto o la dignità calpestata .
Poco alla volta ho visto arrivare coordinatori infermieristici , RID e la Direzione infermieristica , che hanno sentito il bisogno di lasciare il proprio ufficio per abbracciare i colleghi in difficoltà e per trasmettere un chiaro messaggio all’utenza:
Chi tocca uno di noi tocca tutti noi!
Una comunità professionale unita e compatta nel dire stop alle aggressioni . Ho visto realizzarsi un cordone di “sicurezza” che idealmente e fisicamente ha abbracciato gli operatori di prima linea.
Il tutto documentato dalle stesse testate giornalistiche che non perdono occasione per descrivere in prima pagina fantasiosi casi di malasanità.
Poi all’improvviso mi sono svegliato per bere (ieri sera ho mangiato pizza) e... è svanito tutto! I colleghi presenti al flash mob non erano poi così tanti, l’Ordine professionale ha proposto un valido corso FAD sulle aggressioni realizzato dal prof. Picozzi e i colletti bianchi infermieristici si sono raccomandati di compilare tutti i moduli necessari per segnalare le aggressioni subite.
Risultato: non ho più dormito!
Nicola Colamaria , Infermiere
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