Beatrice mi ha raccontato una lunga storia, un viaggio alla scoperta del mondo fuori e dentro di sé: 11.500 km in compagnia di una bicicletta pieghevole, in giro per il Sud America, partendo dalla Colombia, passando per l’Ecuador, il Perù, la Bolivia, il Cile ed infine l’Argentina. Beatrice ha scritto un libro sulla storia del suo viaggio che si intitola Pedalande ; l’intero ricavato andrà devoluto in beneficenza all’Associazione “La Gomena ODV” per la realizzazione di strutture di accoglienza in Ucraina.
Il lavoro da infermiera dopo l'esperienza in carcere
Mi sono trasferita a Londra dove ho lavorato prima in una stroke unit , poi in medicina d’urgenza ed infine in una terapia intensiva . Contemporaneamente ho iniziato un master in critical care.
In UK la figura dell'infermiere è molto indipendente , rispettata, sia dall’équipe che dai pazienti. Con le altre figure professionali si instaura un vero rapporto di collaborazione ed il lavoro si basa tutto sull’applicazione di linee guida e dell’evidence based .
Ho lavorato a Londra per tre anni poi, al termine del master, ho deciso di licenziarmi per iniziare un viaggio che in realtà era già nell’aria da anni.
La partenza
Era gennaio del 2017, avevo 27 anni, sono partita da sola, un’occasione per testarmi . Sono arrivata in Colombia e ho iniziato a pedalare con la mia bici pieghevole ; non avevo mai fatto esperienze simili prima. All’inizio mangiavo nei ristoranti, dormivo negli alberghi ma poi, dopo solo 7 giorni dal mio arrivo, mi hanno derubato dello zaino .
Non avevo più nulla ad eccezione di qualche attrezzo per la bici e dei soldi di riserva che nascondevo in un piccolo borsello sotto la maglia. Un signore mi ha gentilmente accompagnata dalla polizia locale, che ha provveduto a trovarmi una sistemazione momentanea presso una famiglia italiana di origine milanese che viveva nei paraggi. Dopo 2 giorni questa famiglia molto ospitale mi ha accompagnata a Cartagena , una vicina città, e lì ho acquistato uno zaino molto più piccolo e degli indumenti di ricambio. Mi sono poi diretta a Medellin con un pullman e da lì ho ripreso il mio viaggio con un bagaglio molto più leggero e qualche preoccupazione in meno.
Arrivata in Ecuador ho iniziato a sentire un po' la solitudine e così ho iniziato a chiedere ospitalità per dormire, prima alla polizia, poi nelle scuole, chiedevo solo di poter dormire con la mia tenda in un posto sicuro. In questo modo ho iniziato davvero a scoprire la cultura locale.
I posti più strani in cui ho dormito
Ho dormito nelle aule di una scuola, all’ultimo piano di una caserma dei pompieri, nel deserto di sale in Bolivia, davanti al monte Fitz Roy in Patagonia; in quest’ultimo caso senza tenda e sotto il cielo stellato. Sono anche stata ospitata da molte persone.
Il resto del viaggio
Dall’Ecuador mi sono diretta in Amazzonia e poi sono ritornata sulle Ande . Quando penso all’Ecuador e al Perù mi vengono in mente due temi importanti che hanno caratterizzato il mio viaggio: il coraggio e la fortuna.
Il Coraggio è stato quello di inseguire il mio sogno e trovare le energie per fare qualcosa che davvero mi piacesse veramente. Il senso del piacere è stato fondamentale nel mio viaggio, poi, credo di aver fatto davvero poco da sola, poiché davvero sola, forse, non lo sono mai stata. C’è sempre stato qualcuno pronto ad aiutarmi .
La bicicletta con cui Beatrice ha affrontato il suo viaggio
La fortuna, invece, mi è venuta incontro al confine con la Bolivia dove sono caduta da un ponte di qualche metro, mentre mi stavo allacciando il casco, battendo la testa, senza fortunatamente perdere coscienza .
Mi sono poi arrampicata fino a giungere nuovamente sulla strada e lì un pulmino mi ha tempestivamente soccorso accompagnandomi in una clinica.
In questo frangente essere un’infermiera mi ha aiutato a non perdere la calma , ad agire con fermezza, anche se avevo perso parecchio sangue procurandomi una ferita lacero contusa alla quale sono stati applicati 10 punti.
Giunta in Bolivia ho deciso poi di intraprendere il mio viaggio con un ritmo più calmo, non ero sicura di sapere dove sarei arrivata, non volevo più pianificare, sentivo di poter essere più libera. È come se lì, arrivata a quel punto, fossi finalmente riuscita a disintossicarmi dai ritmi occidentali , veloci, incalzanti.
Attraversando il Deserto di Sale sono poi arrivata in Cile dove ho avuta la fortuna di vedere un fenomeno meraviglioso, il deserto di Atacama fiorito, che si verifica circa ogni 5-6 anni. In Cile è avvenuta un’altra svolta importante. Ho deciso di iniziare a viaggiare in maniera più sostenibile per l’ambiente, a costo quasi zero.
Ho lavorato per un breve periodo , prima nelle caffetterie, poi ho venduto dei formaggi, infine cucinato delle empanadas che poi vendevo per strada con un’offerta libera. Ho iniziato ad alimentarmi con i prodotti che avanzavano dai supermercati, che sarebbero andati buttati e ho sempre ricevuto tanta frutta, verdure e pane. Dal Cile ho continuato a pedalare fino in Patagonia e pensavo che questo viaggio mi avesse già insegnato abbastanza, invece la natura mi ha messo a dura prova.
Ho incontrato condizioni climatiche molto avverse , con bruschi cambiamenti nella stessa giornata. Alla fine di questa bellissima esperienza sono poi tornata a Buenos Aires in autostop . Ho viaggiato complessivamente per 10 mesi.
Il bagaglio di ritorno dal viaggio
La cosa più importante è stata sicuramente l’aiuto che ho ricevuto da moltissime persone. Tutte quelle che ho incontrato mi hanno donato qualcosa e ho sentito di poter avere ancora molta fiducia nelle persone, poiché la maggior parte sono state pronte ad aiutarmi.
Sono rientrata a Londra cercando di non perdere tutta la ricchezza che questo viaggio mi aveva donato e di continuare a vivere in modo più sostenibile e leggero, dando importanza alle cose che realmente ci servono e iniziando a meditare.
Da 1 anno adesso lavoro in Svizzera e sono molto soddisfatta della mia realtà, ma questo potrebbe essere un altro racconto.
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