Stare in ospedale ti insegna che il corpo umano ha mille risorse, che i prematuri senza le incubatrici sopravvivono coi giusti calzetti e un cappellino perché il calore della mamma è vita. Vedere un ragazzo morire di tetano ti insegna che i vaccini sono da fare e non sono un opinione su cui decidere. Ti insegna che noi italiani ci lamentiamo di un sistema sanitario nazionale quando in realtà il nostro è pressappoco perfetto.
Io, infermiera in quell'ospedale povero, ma ricco in Tanzania
Bambina in Tanzania
Mi chiamo Francesca Notari e, grazie a Noemi Bazzanini dott.ssa di Bologna che lavora presso il Songambele Health Center di Nkololo, ho avuto l'opportunità di fare l'infermiera presso una sede CUAMM in Tanzania.
L'Africa è un richiamo sempre forte perché inevitabilmente ti riporta alla dimensione più umana. I bimbi giocano per strada con un bastone e con una ruota e quando meno te lo aspetti ti saltano in braccio o ti accompagnano per mano e ti fanno capire che la sovrabbondanza di nascite è un problema solo se si ha il cuore arido.
La gente ti osserva sempre con curiosità spronandoti a parlare in Swaihili e cresce i bambini in comunità e non in un ristretto nucleo genitoriale perché se tutti si parla si è relazione . Stare in ospedale ti insegna che il corpo umano ha mille risorse, che i prematuri senza le incubatrici sopravvivono coi giusti calzetti e un cappellino perché il calore della mamma è vita .
Vedere un ragazzo morire di tetano ti insegna che i vaccini sono da fare e non sono un opinione su cui decidere ; che alcune ferite possono migliorare con il miele ma senza l'antibiotico non si può fare nulla .
E ti insegna che noi italiani ci lamentiamo di un sistema sanitario nazionale quando in realtà il nostro è pressappoco perfetto
Ho medicato accettate sulla testa per dissidi, frustate a donne solo perché volevano ballare, ustioni di bimbi caduti nel fuoco. Ho fatto da ferrista e ostetrica quando ce n'era bisogno.. per fortuna sotto la supervisione di ottimi colleghi locali.
Ho pianto di dolore quando non c'era ossigeno per tutti e si doveva scegliere a chi darlo anche tra due gemelli appena nati, quando le cure erano impossibili da sostenere per povertà e magari non avevo a disposizione farmaci salvavita che in Italia sarebbero gratuiti. Lo stesso dolore l'ho provato quando ho visto bambini morire di dissenteria, disidratazione o diventare orfani per AIDS.
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Ho pianto di gioia nel vedere bambini nascere ed essere io un tassello per quell'evento e nel vedere bambini malnutriti o tubercolitici uscire cicciottosi grazie al latte o i farmaci antitb.
Nello stare insieme in jeep per villaggi a fare test HIV o a prendere donne gravide e nel mettere un catetere in testa ad un prematuro malarico con la sola luce della torcia frontale.
Bellissimo vedere la Fede che muove l'animo delle persone in ospedale, che davanti ad una presunta morte dicono "Bado" che significa "Dopo" ovvero "solo Dio può decidere".
Le campane in Tanzania suonano assieme al Corano cantato perché Dio è uno; la zanzariera antimalarica ti ricorda che ogni giorno devi ringraziare per la salute; la terra rossa insieme alle distese brade ti ricordano che la natura, una volta, decideva per gli uomini e non viceversa; i frutti succosi ti insegnano che le cose al naturale sono le migliori; le prese inesistenti che alimentano la tecnologia ti insegnano che le relazioni virtuali sono uno schifo in confronto a trovarsi a bere una bevanda con gli altri; la lentezza ti insegna a non arrabbiarti della frenesia che ti spinge ogni giorno.
Mi manca tutto dell'Africa , mi manca tutto di quell'ospedale povero ma ricco . Tornando indietro ci tornerei mille volte.
Fare un'esperienza del genere ti insegna che se incontri gli altri viaggiando non rimani solo il tuo riflesso, ma diventi qualche essere umano in più
Francesca Notari, infermiera
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