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Gruppo 27 aprile: Dal ministero uno schiaffo alla storia

di Redazione

Società scientifiche, la soluzione del ministero della Salute? È ancora peggio di una sanatoria dicono il Gruppo 27 aprile e alcune associazioni infermieristiche, che hanno inviato una lettera alla Federazione nazionale Ipasvi e a tutti i presidenti dei collegi e delle associazioni.

Società scientifiche, il Gruppo 27 aprile: Non si è risolto nulla, anzi

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Siamo sconcertati – si legge nella lettera – per il compiacimento e amareggiati e irritati per quanto indicato dal ministero della Salute, che vorrebbe forse venirci incontro, ma le modalità individuate per superare le gravi criticità del decreto del 2 agosto 2017 permangono tutte inalterate.

Il punto, secondo i firmatari della missiva (tra i tanti anche l’Aisace e #noisiamopronti), è che il ministero confonde le aree di esercizio professionale con quelle che avrebbero dovuto essere le aree di specializzazione clinica degli infermieri; mette sullo stesso piano la Federazione nazionale Ipasvi e l’associazione maggiormente rappresentativa di una di quelle aree; invita all’aggregazione di mele, pere e frutta varia per raggiungere quel mitico 30% di rappresentatività.

Insomma, è un grave schiaffo alla storia, alla specificità infermieristica e all’impegno costantemente profuso da collegi, associazioni infermieristiche, singoli infermieri dediti ad approfondire, far crescere la nostra disciplina e la qualità dell’assistenza, che, per penna di un funzionario del ministero vigilante su ordini e collegi sanitari viene, con la posizione assunta, gravemente misconosciuta.

E l’attacco alla presidente Ipasvi Barbara Mangiacavalli si fa ancora più duro: Presidente – si legge nella lettera - il risultato raggiunto che lei definisce politico non è un risultato né politicamente, né professionalmente positivo per gli infermieri e per la professione infermieristica, che rimangono vulnerati, perché nessuna vera e duratura soluzione è stata perseguita e tantomeno raggiunta. L’obiettivo che lei deve perseguire e impegnarsi a raggiungere è il riconoscimento valoriale, giuridico, professionale e operativo degli infermieri. La nota del capo ufficio legislativo del ministero della Salute è solo un grazioso omaggio, che mette una pezza temporanea e aleatoria a un decreto iniquo. Non certo la presa d’atto del grave vulnus recato alle professioni sanitarie, alla professione infermieristica in primis, con un decreto pensato e scritto male, non coerente con i disposti della legge n. 24/17 e che, evidentemente, lei ha contribuito a non far modificare.

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