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Paramedico? No, infermiere!

di Carlo Leardi

La notizia riportata dal sito “La Sentinella del Canavese” in cui si fa riferimento alla condanna di un infermiere che ha somministrato un antibiotico ad un paziente, in seguito deceduto, senza  prescrizione medica. 

La notizia riporta quanto segue: “….. come accertato dal medico legale Roberto Testi in sede di autopsia, l’iniezione di cetriaxone fatta dal paramedico a paziente poi deceduto non abbia avuto alcun ruolo nella sua morte.”

Oltre ad un errore relativo alla molecola (cefitriaxone, non “cetriaxone” ndr), all’interno della notizia compare un “orrore”, ovvero sia un termine che da sempre fa letteralmente accapponare la pelle dei professionisti sanitari non medici: paramedico.
Il termine “paramedico è una di quelle definizioni troppo spesso accostato in maniera decisamente errata alla professione infermieristica (e non solo, come anche i fisioterapisti e altri professionisti della sanità ben sanno).

Secondo alcuni dizionari, il termine paramedico indica una figura professionale “Che opera nell'ambito sanitario con mansioni che non richiedono il titolo professionale di medico”.
A prima vista, è facile notare che si fa riferimento a “mansioni”, quindi già questo basterebbe a far capire a chiunque che è errato definire paramedico un infermiere, dato che quest’ultimo non è soggetto ad alcun tipo di mansionario essendo un professionista dotato di un’autonomia nel proprio operato.
Se ciò non dovesse bastare, e quindi qualcuno si riferisse ai paramedici così come i telefilm ce li mostrano, risulterebbe ulteriormente errato l’accostamento tra le due figure, dato che i paramedici anglosassoni o americani, quelli che per intenderci sono impiegati sulle ambulanze, per conseguire la propria qualifica partecipano a corsi di durata biennale (come ad esempio accade in Canada) o della durata di un massimo di 1300 ore.

Il corso di laurea in infermieristica, prevede oltre 4500 ore di corso teorico e pratico, garantendo al dottore in infermieristica una preparazione a 360 gradi, non relativa esclusivamente al campo dell’emergenza, come avviene appunto per i paramedici cui sovente si fa riferimento.

Inoltre, particolare non di poco conto, la legislazione italiana non prevede alcun tipo di figura professionale definita paramedico.
Farebbe bene quindi chiunque, soprattutto un giornalista, ad informarsi in maniera approfondita prima di redigere un articolo, poiché, come già si è avuto modo di far notare in altre occasioni, si rischia di influenzare l’opinione pubblica talvolta addirittura in maniera completamente errata.
E’ bene che chiunque si appresti a scrivere e a pubblicare qualcosa, si documenti minuziosamente sull’argomento che intende trattare, onde evitare anche il rischio di commettere gaffe.

Confondere un infermiere con un paramedico, equivarrebbe a confondere un giornalista con un giornalaio, vale a dire due figure completamente diverse.
Inoltre è parecchio sconveniente definire un professionista della sanità, nello specifico un dottore in infermieristica, con una figura del tutto in esistente nel nostro Paese.

Nella sanità italiana, operano molti dottori, come appunto infermieri, fisioterapisti, logopedisti, tecnici della riabilitazione psichiatrica, tecnici di laboratorio ecc…

Tutti costoro sono in possesso di una laurea e tutti hanno una preparazione accademica che li contraddistingue, non sono “para qualcosa” poiché la loro autonomia professionale non ruota intorno all’operato di altri professionisti e non dipende da nessun’altro, bensì è complementare in quel campo vastissimo che definiamo sanità.

L’interdipendenza di una professione con le altre, fa in modo che dal buon operato di ogni singolo professionista ne giovi l’utente finale, senza che una figura sia destinata ad eseguire gli ordini di altri.

Insieme alla speranza che queste inesattezze smettano di essere diffuse, ci si augura che le redazioni tutte prestino maggior attenzione all’operato dei propri collaboratori, al fine di evitare il continuo susseguirsi di “orrori” relativi alla definizione di una professione sanitaria, stranamente sempre quella infermieristica.

Link dell'articolo lasentinella.gelocal.it

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