Sembra infinita la storia dell’ordine degli infermieri di Milano. Prima le elezioni, poi l’annullamento, il commissariamento, poi il Tar che sospende tutto fino a maggio e adesso la questione che passa nelle mani del Consiglio di Stato.
Quer pasticciaccio brutto dell’Opi di Milano
Inizia tutto con le elezioni per il rinnovo dell’ex Ipasvi di Milano il 1°, il 2 e il 3 dicembre scorsi. Dopo cinque giorni di spoglio, il 7 dicembre le elezioni vengono annullate per mancato raggiungimento del quorum.
Dopo varie richieste di commissariamento arrivate da più parti, lo scorso 5 aprile il ministero della Salute si è espresso a favore e ha nominato tre commissari. Si tratta di due infermieri e di un dirigente ministeriale: Vincenzo Magistrelli, infermiere, Antonino Zagari, infermiere, e Giovanna Romeo, dirigente amministrativo dell’ufficio di gabinetto del ministero della Salute.
Ma la storia non è finita qui. Infatti, l’ordine degli infermieri di Milano ha subito presentato ricorso contro il commissariamento. E il Tar si è espresso lo scorso 9 aprile: ricorso accolto, commissariamento annullato Il Tribunale amministrativo ha stabilito anche la sospensione di tutti gli atti impugnati (perciò l’atto con cui il ministero della Salute aveva commissariato l’ordine degli infermieri) e fissato la data per la trattazione della domanda: 8 maggio.
Ora la questione è passata in mano al Consiglio di Stato, che il prossimo 31 maggio esaminerà la sospensiva del commissariamento. Il tar aveva sospeso anche il commissariamento, ma siccome manca ancora il ministero. Il Consiglio di Stato ha preferito prendere tempo anche per questo. E per permettere all’Opi di Milano di andare a elezioni a giugno con il vecchio assetto.
Soddisfatto il presidente Giovanni Muttillo che, per voce dei suoi legali, fa sapere di essere particolarmente contento della celerità con cui si è ottenuto l’esame della questione da parte del massimo organo della giustizia amministrativa e della confermata legittimità della convocazione dell’assemblea effettuata dal consiglio uscente
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Per il momento bisogna però attendere il 31 maggio per saper cosa deciderà il Consiglio di Stato.
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