Un triennio che si concluderà a sorpresa e probabilmente con non poche polemiche per le convocazioni anticipate che arriveranno nelle prossime ore agli aventi diritto. La decisione è del comitato centrale uscente Fnopi - Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche - presieduta da Barbara Mangiacavalli.
Rinnovo comitato centrale Fnopi (ex Ipasvi)
Diversamente da quanto accaduto nelle precedenti occasioni di rinnovo, l'elezione 2018 - la prima dopo l'approvazione del DDL Lorenzin - non si terrà in primavera. Questo è quanto deciso, stranamente, dal comitato uscente.
Elezioni Fnopi si voterà il 27, 28 e 29 gennaio 2018
A votare saranno solo i neo-presidenti degli Ordini proviciali che hanno concluso le operazioni di rinnovo. Infatti, come previsto dal regolamento elettorale, non potranno esprimere il proprio voto i collegi che non hanno concluso il rinnovo dei componenti provinciali. Tra gli esclusi ci saranno Torino, Trento, Milano, Perugia e forse Venezia.
Inoltre, a differenza di quanto si possa immaginare ma come richiesto dal Ministero, le regole di voto saranno quelle della ex IPASVI e non quelle previste con l'approvazione del DDL Lorenzin.
Come si vota? il vademecum
Ogni presidente provinciale (elettore) dispone di un voto per ogni 200 iscritti o frazione di duecento iscritti al rispettivo albo provinciale.
Insomma la notizia è sorprendente, perché solitamente l'elezione veniva convocata in prossimità del congresso nazionale (previsto a Marzo), quasi sempre dopo, proprio perché costituiva il momento del passaggio di testimone; il lavoro fatto, i risultati raggiunti, l’ipotesi per il futuro e l’auspicio che si andasse in quella direzione.
L'assurda ipotesi potrebbe essere quella che il nuovo comitato centrale dovrà presenziare e rendicontare al XVIII Congresso nazionale organizzato dal comitato uscente.
I più maliziosi potrebbero pensare che questa mossa sia solo una strategia elettorale per evitare la concorrenza, escludendo di fatto i collegi e i presidenti (molti di questi ultimi al primo mandato) che non avranno il tempo di organizzarsi con liste o anche semplicmente per proporsi come candidati, non essendoci il tempo materiale per farlo.
Insomma quella che poteva essere la prima elezione FNOPI, probabilmente sarà l'ennesima brutta figura per gli infermieri d'Italia.
Il comunicato stampa
Aggiornamento articolo 13-01-2018
È l'ufficio stampa ad ufficializzare la notizia, con il comunicato stampa del 13 gennaio dove si legge - Il Comitato centrale della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi, nella seduta tenutasi nella serata di venerdì 12 gennaio, ha definito le date per le elezioni per il rinnovo delle cariche nazionali al 27-28 e 29 gennaio.
Tale decisione, in linea anche con quanto già definito dalle altre Federazioni delle professioni regolamentate per evitare che nella transizione verso la pubblicazione della Legge Lorenzin possano crearsi situazioni di incertezza sulle procedure elettorali per il rinnovo. La nuova legge dovrebbe entrare in vigore tra fine gennaio e i primi di febbraio e tra l’altro prescrive le modalità elettorali che dovranno essere definite con Decreti ministeriali prossimi.
Anche il ministero della Salute, attraverso una circolare di fine dicembre ha infatti sottolineato che in prima applicazione si vota ancora con la vecchia norma che però va applicata finché in vigore. Un comportamento quindi, di prudenza e correttezza a tutela del buon funzionamento dell’Ordine Nazionale e relativi organismi provinciali delle professioni infermieristiche. Nei prossimi giorni verranno inviate le opportune informazioni ai Collegi e le comunicazioni nel merito che intanto sopraggiungeranno dal ministero della Salute
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Circolare Ministero
Aggiornamento articolo 16-01-2018
La circolare ministeriale inviata a tutte le Federazione nazionali a seguito della richiesta di chiarimenti dell'Ordine dei Farmacisti lo scorso 22 dicembre è chiara.
Se dunque, come chiarito, in prima applicazione si seguiranno le regole precedenti, non si spiega l'esigenza di anticipare le elezioni. Perché non aspettare anche aprile o giugno per dare l'opportunità a tutti i collegi di esprimere il proprio voto?
L'ipotesi quindi che il tutto sia solo una strategia diventa sempre più probabile. E quindi non solo, come sempre nella storia, i singoli infermieri non possono votare il Presidente nazionale, ma lo stesso non sarà l'espressione nemmeno della volontà di chi, nelle province di riferimento, è detentore della rappresentanza.
I candidati e gli esclusi
La lettera dall'ordine di Venezia
E anche Luigino Schiavon, presidente dell'ordine di Venezia, prende carta e penna e scrive alla Mangiacavalli. L'ordine di Venezia non potrà partecipare alle prossime elezioni - scrive - perché contemporaneamente è impegnato nelle proprie operazioni di voto. La contemporaneità era peraltro nota alla federazione in quando, come previsto era stata inviata comunicazione nei tempi richiesti
. Non si tratta di un caso, specifica Schiavon: Ciò non può essere ascritto a mera fatalità, si rileva infatti come altri ordini siano, seppur con minime variazioni, nelle medesime condizioni, condizioni note alla Federazione che è intervenuta direttamente in alcune situazioni e omettendo di intervenire in altre palesemente illegittime
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<p>Amareggiato Schiavon parla di pregiudizio come metro di misura: se non sei dei nostri sei fuori, anche se produci effetti utili a tutta la professione e se l'impegno profuso è orientato alla professione e non alla autopromozione
. Per fortuna, dice Schiavon il richiamo che arriva dalla base è forte e va ascoltato, con attenzione, molta attenzione, senza cercare di classificarlo in uno schema che divida i plaudenti dai non plaudenti, schema che può garantire, forse, voti sicuramente non consenso. E il futuro, il nostro futuro potrà essere raggiungibile solo se costruito sul consenso condiviso, altre vie diventano effimere, pericolose, disgreganti e alla fine vuote di valori ma cariche di interessi
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L'intervista audio a Luigino Schiavon:
Aggiornamento del 25-01-2018. Pordenone, Belluno e Ragusa
Il presidente dell'ordine di Pordenone, Luciano Clarizia, chiede di rinviare le elezioni del comitato centrale. Rilevo l'assenza di un confronto democratico su molti aspetti della professione - scrive Clarizia alla Federazione - e condivido l'opinione in base alla quale questo anticipo innaturale delle elezioni risulti assai poco deontologico e per nulla democratico
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La Federazione non ha svolto con modalità super partes una sua importante funzione durante le elezioni dei consigli direttivi provinciali
. Parola di Luigi Pais dei Mori, presidente del collegio di Belluno, che ha preso carta e penna e ha scritto alla presidente della Fnopi Barbara Mangiacavalli.
Diventa discutibile - scrive Pais dei Mori - e assai poco sostenibile negare il voto ad alcuni presidenti convocati per il prossimo consiglio nazionale, richiamandosi a norme e a un regolamento che è stato più volte violato senza che la Federazione intervenisse e che lei stessa ha disatteso
. Si dia dunque - prosegue il presidente dell'ordine di Belluno - la possibilità di votare a tutti i presidenti convocati per il prossimo consiglio nazionale, ovvero si procrastini l’elezione del futuro comitato centrale ad una data che dia certezza che tutti gli ordini provinciali ed interprovinciali siano nelle condizioni di poter votare per il rinnovo del comitato centrale della Fnopi
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Anche Gaetano Monsù presidente dell'ordiinde di Ragusa interviene con una lettera alla Federazione nazionale. Monsù dice di ritenere che l'anticipo innaturale delle elezioni sia un atto di voluta sottrazione al dibattito democratico e costruttivo in nome della pluralità di pensiero che governa le libere elezioni
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Non solo Monsù parla di atto politico e deontologico scorretto l'esclusione di alcuni presidenti dal poter esprimere, col voto, il loro assenso o meno al programma presentato dalla lista concorrente. Il tutto in un'ottica di giudizi contrastanti e antagonistici pervenuti dalla Federazione sulle avvenute elezioni provinciali
. Forse - conclude il presidente dell'ordine di Ragisa - è venuto a mancare il controllo al di sopra delle parti proprio della Federazione, che avrebbe dovuto esprimere in maniera coerente e unico lo stesso giudizio per tutti
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E da Sassari arriva la stessa richiesta di differire le date del rinnovo del comitato centrale
. Così come da Oristano, dove il presidente parla di decisione della Federazione che di fatto negherebbe la possibilità di espressione della più alta forma di democrazia quale è il voto
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Aggiornamento del 24-01-2018 dalla Toscana
In questo modo si demotivano i numerosi infermieri che comunque hanno validamente espresso il loro voto e nel contempo si premiano invece coloro i quali si sono astenuti dall’esercitare il proprio diritto dovere ad eleggere i propri rappresentanti
. E ancora: Tale decisione aumenta le divisioni e la diffidenza nella rete degli ordini della Federazione
. Arrivano dal collegio di Firenze e Pistoia le critiche alla scelta della Federazione di convocare le elezioni del comitato centrale così presto.
E non c’è norma e circolare che tenga, per il presidente del collegio toscano Danilo Massai il senso di ragionevolezza ad aprire verso nuovi scenari di inclusione di tutte le realtà della rete ordinistica
deve andare oltre gli atti e cogliere invece l’opportunità di un gesto di democrazia concedendo la possibilità di esprimere il proprio voto agli ordini esclusi
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Tanto più, spiega Massai, che molti ordini hanno proclamato il direttivo pur in assenza del quorum e sono regolarmente ammessi al voto
. Per questo Massai chiede di rivalutare e rimettere eventualmente al consiglio nazionale la decisione
di non ammettere alcuni collegi al voto.
Aggiornamento del 23-01-2018. Pescara
La presidente dell'ordine di Pescara, Irene Rosini, dice che è profondamente ingiusto e antidemocratico non far partecipare i Collegi, ora Ordini, che non hanno ancora rinnovato il consiglio a causa del mancato raggiungimento del quorum
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Aggiornamento del 18-01-2018. Rimini
È la Presidente dell’ordine di Rimini a smuovere le acque, che con nota formale datata 17 gennaio scrive a Mangiacavalli chiedendo che tutti i Presidenti convocati possano esprimere legittimamente il proprio voto.
"Precludere questo diritto - si legge nella missiva - a Presidenti che lecitamente rappresentano la professione nei singoli territori farebbe venire meno quello che è il raggiungimento dell’obiettivo principale di qualsiasi legislazione elettorale: rappresentanza nazionale e formazione di un organo di governo stabile”.
Non ci è giunta nessuna notizia di risposta, ma conoscendo l’impossibilità da parte del Presidente uscente di poter decidere - perché non previsto dalla legge - la richiesta di Rimini è il segnale che la decisione di ricorrere ad elezioni anticipate ha creato un malcontento generale.
Non è chiaro però come sia possibile, ad esempio, che il consiglio direttivo uscente non abbia tenuto in considerazione le date – programmate già da tempo proprio per il 27, 28 e 29 gennaio – delle elezioni nella provincia di Venezia.
Nell’assurda ipotesi che Mangiacavalli prendesse in considerazione la richiesta di Rimini, Venezia resterebbe comunque esclusa per l'impossibilità materiale di presenziare.
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