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Gli Infermieri francesi studiano l’Ospedale “Infermi” di Rimini

di Redazione

emodinamica-rimini

Gli inviati di Infirmiers.com e quelli di Nurse24.it insieme per un sopralluogo in uno dei nosocomi più organizzati d’Italia.

Visita a sorpresa in Italia degli inviati di Infirmiers.com, il più importante quotidiano infermieristico francese, che hanno effettuato un sopralluogo presso l’Ospedale “Infermi” di Rimini e incontrato gli Infermieri, i loro coordinatori e i loro dirigenti. Poche le differenze notate tra i due Sistemi Sanitari Nazionali e locali. 

In collaborazione con i colleghi di Infirmiers.com abbiamo avuto modo di incontrare gli Infermieri, i Coordinatori e i Dirigenti dell'Ospedale “Infermi” di Rimini (AUSL Romagna). L'occasione è stata utile per capire le differenze tra l'organizzazione ospedaliera italiana e quella francese, partendo dal numero di posti letto e dal numero dei professionisti della salute che operano all'interno del nosocomio. Nello specifico gli inviati hanno analizzato il rapporto numerico esistente tra infermieri e pazienti, tra infermieri e operatori socio sanitari e tra infermieri e medici.

infermieri emodinamica

Emodinamica di Rimini - Infermieri durante una procedura.

In particolare abbiamo incontrato gli operatori dei servizi di:

  1. Emergenza-Urgenza (pronto soccorso);
  2. Post-Acuti (riabilitazione dopo le acuzie);
  3. Terapia Intensiva Cardiologica (emodinamica).


Siamo stati accompagnati durante la visita da:

  • Vianella Agostinelli, Dirigente Infermieristica dell'Azienda sanitaria di Rimini;
  • Francesco Pagnini, addetto stampa dell'Ospedale;
  • Romina Giannini, Responsabile Infermieristica di Dipartimento.


Nella provincia di Rimini, oltre all'ospedale cittadino, ci sono anche altre strutture sanitarie nei comuni vicini: Riccione, Cattolica, Santarcangelo di Romagna e Novafeltria, per un totale di 867 posti letto.

Da ricordare che il bacino di utenza in estate e durante le manifestazioni fieristiche arriva fino ad 1 milione di persone, per via dell'arrivo di tanti turisti (soprattutto russi, tedeschi, francesi, inglesi).

L’emergenza-Urgenza: visita al Pronto Soccorso e al Pronto Soccorso Pediatrico


Accolti in reparto dalla Coordinatrice Infermieristica del Pronto Soccorso, Anna Maria Carlini, che ci ha illustrato il lavoro degli Infermieri e degli altri Operatori sanitari.

Normalmente giungono in Pronto Soccorso da un minimo di 150 ad un massimo di 400 utenti al giorno.

Nel reparto è prevista la presenza medica 24 h su 24 h; vi è una Radiologia d'Urgenza dotata di Tomografia Assiale Computerizzata, Ecografo e sistemi radiografici tradizionali.

In Pronto Soccorso ci sono:

  • 6 ambulatori con due locali ciascuno di osservazione;
  • 1 shock-room attrezzata per il trattamento contemporaneo di 3 pazienti;
  • 1 locale per l'osservazione breve intensiva con 5 posti letto;
  • 4 sale d'attesa;
  • 1 info-point per supporto a pazienti e parenti.


E poi in Medicina d'Urgenza.

Nel reparto lavorano:

  • 75 Infermieri;
  • 52 Operatori Socio Sanitari;
  • 1 Coordinatore Infermieristico in Pronto Soccorso (che può intervenire all'occorrenza sul paziente);
  • 1 Coordinatore Infermieristico in Medicina d'Urgenza (che può intervenire all'occorrenza sul paziente).


L'organizzazione del lavoro in Pronto Soccorso è per micro-team: Medico, Infermiere e OSS.

Gli Infermieri lavorano con turni così suddivisi:

  • Mattina, ore 7.00 / ore 13.00;
  • Pomeriggio, ore 13.00 / ore 20.00;
  • Notte, ore 20.00 / ore 07.00.


Gli Oss invece:

  • Mattina, ore 7.00 / ore 14.00;
  • Pomeriggio, ore 14.00 / ore 21.00;
  • Notte, ore 21.00 / ore 07.00.


Gli Infermieri e gli Oss hanno la possibilità di fare un brunch a metà mattinata e hanno a loro disposizione un servizio mensa al quale contribuiscono con un piccolo co-finanziamento, il resto viene pagato dall'Azienda e dalla Regione Emilia Romagna.

Gli Infermieri (e gli Oss) possono effettuare anche turni aggiuntivi, nel rispetto delle normative italiane ed europee vigenti sui turni di lavoro. A loro viene riconosciuto uno straordinario o un recupero delle ore svolte.

In passato ci sono stati casi di burn-out, risolti grazie all'intervento del coordinamento infermieristico e degli esperti psicologi dell'Ospedale.

Il reparto è sorvegliato da un agente della Polizia di Stato e da un vigile privato, che tuttavia non possono intervenire in caso di aggressioni: occorre chiamare il servizio d'emergenza 113 (Polizia di Stato) o 112 (Arma dei Carabinieri). In caso di violenza e aggressione nei confronti degli operatori viene redatto un apposito “incident reporting” su mandato della Regione.

Abbiamo visitato il Triage, gestito interamente da Infermieri (3 professionisti, che eseguono i primi esami di accertamento di loro competenza) in presenza di un medico e di un interprete (per i turisti stranieri).

Il numero di accessi al Pronto Soccorso è di circa 70.000 pazienti l'anno, di cui circa 4.000 inseriti in Osservazione Intensiva; il 13% circa ha come esito il ricovero.

Il Pronto Soccorso è gestito con il sistema “Fast Track”, che alleggerisce il lavoro degli Infermieri di Triage smistando i pazienti verso gli ambulatori generici o specialistici (ginecologia, otorinolaringoiatria, oculistica, pediatria e ortopedia) e utilizzando i codici colore bianco (lieve), verde (moderato), giallo (grave) e rosso (gravissimo).

I tempi di attesa per la gestione dei codici gialli rappresentano una delle criticità del Pronto Soccorso assieme all'esiguità dei posti letto.

La percentuale di accessi per codici colore è:

  • rossi (2%);
  • gialli (18%);
  • verdi (64%);
  • bianchi (16%).


L'ortopedia d'urgenza è costituita da 2 ambulatori medici, 1 sala gessi, 1 ambulatorio chirurgico. È attivo solo nelle 12 ore diurne con la reperibilità notturna.

I tre fiori all'occhiello del Pronto Soccorso sono:

  • adesione al progetto Organizzazione Mondiale della Sanità sull'igiene delle mani (l'Ospedale di Rimini ha ottenuto nel 2015 a Ginevra il trofeo “European Hand Hygiene Excellence and Innovation Award”);
  • la diminuzione del 54% rispetto all'anno precedente del posizionamento del catetere vescicale in Pronto Soccorso, con conseguente riduzione delle infezioni ad esso correlate;
  • il Triage di tipo avanzato, ovvero a Rimini è l'Infermiere in autonomia che prende in carico il paziente.

Ancora sulla Medicina d'Urgenza.


Il reparto è costituito da un'area di degenza con 29 posti letto complessivi: 23 di degenza normale e 6 di area critica; i dimessi dalla Medicina d'Urgenza sono circa duemila l'anno, con una degenza media di 3,26 giorni.

L'assistenza è divisa per Livelli di Intensità di Cura: alta, media, bassa. La collocazione del paziente viene valutata dal Medico e dall'Infermiere Case Manager.

Il Neo-assunto Infermiere e l’Oss

Gli Infermieri e gli OSS neo-assunti entro il primo mese diventano autonomi in ambulatorio e sala emergenza, sempre in affiancamento rispettivamente ad un Infermiere e ad un OSS esperto.

Lo studente Infermiere o l’Oss

Lo studente Infermiere o OSS rimane in reparto circa 1 mese o 1 mese e mezzo e viene affiancato a rotazione da colleghi più esperti e alla fine del periodo di tirocinio impara a governare un paziente in ambulatorio (Studente Infermiere) e a gestire le attività di base (allievo OSS).

Il reparto è organizzato anche per la Maxi-emergenza in caso di massiccio afflusso di ingressi per calamità naturali o, come avvenuto di recente, per incidenti a catena in autostrada.

Sopralluogo nel reparto Post-Acuti: l’unico a completa conduzione infermieristica


Siamo stati accolti dalla Dirigente Infermiera Vianella Agostinelli, da un medico e da altri colleghi (due Infermieri case manager) che ci hanno illustrato il lavoro degli Infermieri e degli Operatori sanitari.

Case Manager del Reparto Post-Acuti di Rimini

Case Manager del Reparto Post-Acuti di Rimini

Il reparto è interamente gestito da Infermieri ed è l'unico in Italia ad avere un proprio Dirigente Infermiere.

Il medico proviene da altri reparti e non è presente 24 h su 24 h. Il focus del reparto è rappresentato dal gruppo multidisciplinare (Infermieri, Fisioterapisti, Assistenti sociali). Vi è piena integrazione reciproca tra le varie figure professionali, anche tra Medici e Infermieri.

In questo reparto l'Infermiere può esprimere al massimo la sua autonomia professionale e le sue competenze.

Ai Post-Acuti accedono pazienti che hanno raggiunto una stabilità clinica e per i quali è stato già definito un progetto con obiettivi specifici. Vi è una lunga lista di attesa gestita a livello di Azienda Sanitaria Romagna e Regionale.

Nella pianificazione assistenziale è prevista la presenza fattiva della famiglia che viene educata all'assistenza del paziente per la gestione domiciliare. Gli orari di ingresso sono 7.00 / 22.00.

Grazie al progetto inter-universitario ERASMUS vi è una fitta rete di collaborazione e di interscambio con Atenei europei (Francia e Spagna soprattutto).

Nel reparto lavorano:

  • 16 Infermieri;
  • 6 Operatori Socio Sanitari;
  • 1 Direttore Infermieristico;
  • 2 Infermieri Case Manager.


Gli Infermieri lavorano con turni così suddivisi:

  • Mattina, ore 7.00 / ore 13.00;
  • Pomeriggio, ore 13.00 / ore 20.00;
  • Notte, ore 20.00 / ore 07.00.


Gli Oss invece:

  • Mattina, ore 7.00 / ore 14.00;
  • Pomeriggio, ore 14.00 / ore 21.00.


Il Direttore infermieristico e i Case manager lavorano dal lunedì al venerdì:

  • Mattina, ore 8.30 / ore 14.30 (ma solitamente restano in reparto anche di più).


Gli Infermieri e gli Oss hanno la possibilità di fare un brunch a metà mattinata e hanno a loro disposizione un servizio mensa al quale contribuiscono con un piccolo co-finanziamento, il resto viene pagato dall'Azienda e dalla Regione Emilia Romagna.

Gli Infermieri (e gli Oss) possono effettuare anche turni aggiuntivi, nel rispetto delle normative italiane ed europee vigenti sui turni di lavoro. A loro viene riconosciuto uno straordinario o un recupero delle ore svolte.

In passato ci sono stati casi di burn-out, risolti grazie all'intervento del coordinamento infermieristico e degli esperti psicologi dell'Ospedale.

Neo-assunto Infermiere e Oss

Gli Infermieri e gli OSS neo-assunti entro il primo mese diventano autonomi, sempre dopo un periodo di affiancamento rispettivamente ad un Infermiere e ad un OSS esperto.

Lo studente Infermiere o Oss

Lo studente Infermiere o Oss rimane in riparte circa 1 mese o 1 mese e mezzo e viene affiancato a rotazione da colleghi più esperti e alla fine del periodo di tirocinio impara a governare un paziente di intensità di cura medio-bassa.

Visita all’Unità di Terapia Intensiva Cardiologica ed Emodinamica.


Siamo stati accolti dalla coordinatrice Paola Cappella che ci ha illustrato il lavoro degli Infermieri e degli Operatori socio sanitari.

La casistica degli anni precedenti ci dice che l'intervento più eseguito in reparto è quello di Angioplastica Coronarica con introduzione di stent medicato; inoltre, sono tanti i ricoveri per patologie legate alle aritmie cardiache e alla conduzione elettrica del cuore.

Medici e Infermieri di reparto fanno da consulenti alle altre unità operative e ad altre strutture ospedaliere ed effettuano anche attività ambulatoriali.

Nel settore di degenza ci sono 20 posti letto (9 camere doppie e 2 camere singole).

Nella Terapia Intensiva Cardiologica i posti letto sono 8: 4 ubicati in uno spazio aperto; 4 ubicati in uno spazio chiuso, suddiviso a sua volta in 1 box doppio e 2 singoli, di cui uno per paziente infetto.

Nel reparto lavorano:

  • 75 Infermieri;
  • 8 Operatori Socio Sanitari;
  • 3 Coordinatori Infermieristici;
  • 1 Infermiere Case Manager;
  • 1 Infermiere Specialist;
  • 2 Operatori Amministrativi.


Gli Infermieri lavorano con turni così suddivisi:

  • Mattina, ore 7.00 / ore 13.00;
  • Pomeriggio, ore 13.00 / ore 20.00;
  • Notte, ore 20.00 / ore 07.00.


Gli Oss invece:

  • Mattina, ore 7.00 / ore 14.00;
  • Pomeriggio, ore 14.00 / ore 21.00.


Gli Infermieri e gli Oss hanno la possibilità di fare un brunch a metà mattinata e hanno a loro disposizione un servizio mensa al quale contribuiscono con un piccolo co-finanziamento, il resto viene pagato dall'Azienda e dalla Regione Emilia Romagna.

Gli Infermieri (e gli Oss) possono effettuare anche turni aggiuntivi, nel rispetto delle normative italiane ed europee vigenti sui turni di lavoro. A loro viene riconosciuto uno straordinario o un recupero delle ore svolte.

In passato ci sono stati casi di burn-out, risolti grazie all'intervento del coordinamento infermieristico e degli esperti psicologi dell'Ospedale.

Laboratorio di Emodinamica.

Esso integra peculiari dotazioni strumentali e tecnologiche ed un modello organizzativo finalizzato alla diagnosi e alla terapia delle malattie coronariche, con la possibilità di eseguire esami specifici ed interventi anche in emergenza-urgenza. In questo caso in sala operatoria intervengono i medici e un infermiere esperti (tra quelli che hanno seguito un particolare percorso formativo di almeno 6 mesi).

Il reparto è dotato di attrezzature di ultima generazione e vede l’operato di un Infermiere Specialist in Emodinamica, unico in Italia. Si tratta della collega Sabrina Bonvicini, formata nel seguire casi specifici.

Il Neo-assunto Infermiere e l’Oss

Gli Infermieri e gli OSS neo-assunti seguono un periodo di affiancamento che vede diversi step di valutazione del grado di autonomia raggiunto.

Lo studente Infermiere o l’Oss

Lo studente Infermiere o OSS rimane in reparto circa 1 mese o 1 mese e mezzo e viene affiancato a rotazione da colleghi più esperti.

INTERVISTE

Agostinelli

Vianella Agostinelli, dirigente infermieristica dell’U.O. Post Acuti, Ospedale Infermi di Rimini


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“Le articolazioni della dirigenza infermieristica, in Italia, hanno delle esplicitazioni diverse a seconda dei setting e dei contesti regionali. Nella nostra realtà, la direzione di tutte le 24 professioni sanitarie, quindi non solo degli infermieri, è in linea al Direttore Sanitario il che significa che tutti i passaggi avvengono in maniera gerarchica e funzionale rispetto alla direzione medica di presidio di Rimini. Ovviamente noi facciamo riferimento ad una direzione di più ampio respiro; la nostra è una direzione di ambito che confluisce in una dimensione di area vasta, quindi ogni articolazione territoriale locale della nostra area vasta va ad attuare quelle che sono le realtà operative dettate dall’area vasta.


Per quello che riguarda la nostra missione, credo sia chiara: i dirigenti e i direttori non si occupano di assistenza direttamente, ma il nostro modo di occuparci di assistenza è quello di curare le persone che curano i pazienti. Ci dobbiamo prendere cura degli operatori e del sistema per fare in modo che chi lavora nell’unità operativa, quindi nella gestione dell’assistenza diretta, abbia tutte le condizioni migliori per lavorare bene e dare l’assistenza migliore. Siamo chiamati a gestire, organizzare, e ad avere quella capacità di visione, quel senso di responsabilità di guidare un gruppo di professionisti. Occorre capire dove dobbiamo andare e poi decidere insieme come arrivare a quell’obiettivo che è un obiettivo non personale, ma diventa l’obiettivo di tutto il gruppo di professionisti.”

“Credo che quasi tutti i dirigenti siano dei “problem solver”. Noi siamo qui per risolvere problemi, in sostanza. I problemi sono tanti e quasi tutti, diciamo quelli più importanti, afferiscono a noi, perché nell’operatività i problemi nascono e lì li risolvono gli infermieri; dove non riescono gli infermieri, ci sono i coordinatori, dove non riescono i coordinatori ci sono i RID di dipartimento (Responsabili Infermieristici di Dipartimento), quindi più i problemi diventano significativi e articolati, più arrivano ai dirigenti.
I problemi sono tanti e sono diversi, le sfaccettature del problema dipendono dalla situazione contingente. La capacità di essere stati prima infermieri clinici, garantisce agli infermieri dirigenti di avere quella capacità di problem solving che è nel DNA degli infermieri.

Quindi così come siamo capaci di risolvere problemi di salute nell’assistenza, riusciamo a trasferire nel management e nell’organizzazione la capacità di risolvere i problemi.
Questo credo sia un punto di forza delle professioni sanitarie, ovvero il nostro grande pragmatismo, quella capacità di affrontare e aggredire i problemi con grande “lean organization”, che è nelle nostre corde; una capacità snella di andare subito al problema e risolverlo con grande pragmatismo. Questo credo davvero che sia nel DNA degli infermieri e di tutte le professioni sanitarie.”


UTIC: intervista alla collega Tatiana, Infermiera.

infermiera cardiologia

Tatiana, Infermiera della Cardiologia di Rimini da 9 anni


In Utic abbiamo incontrato la collega Tatiana, lavora da 9 anni a Rimini, non ha figli e ad un bambino consiglierebbe di fare questo lavoro, una professione meravigliosa. L'abbiamo intervistata parlando delle criticità presenti in reparto. Le abbiamo chiesto, per esempio di indicarci il rapporto numerico reale Infermiere-Paziente: "non è esattamente di 1:1, perché i pazienti sono 8 e noi solitamente siamo in 3 per turno. Al mattino siamo in 4, perché abbiamo un infermiere fuori turno; abbiamo poi un OSS in turno diurno, mentre non vi sono OSS nel turno di notte.

Tatiana, che ricorda di essere felice di aver scelto di fare l'Infermiera, ci ha raccontato anche del rapporto tra i vari componenti dell'equipe professionale: "il clima è abbastanza buono, abbastanza di integrazione. Con i medici abbiamo un rapporto molto di professionalità, molto legato a quello che è il nostro ruolo e il loro ruolo, e basta. Con gli OSS abbiamo un buonissimo rapporto, anche con i medici con i quali interagiamo nel momento della visita, poi se abbiamo dei problemi sul paziente ovviamente ci rivolgiamo al medico, per il resto non abbiamo altro tipo di rapporto."

"Da quando siamo in questo reparto ci troviamo molto bene; ci aiuta molto il fatto che sia un reparto nuovo, con tutte strumentazioni di ultima generazione. È molto grande, l’ambiente è dislocato su vari punti; qui la terapia intensiva è stata costruita benissimo. Diciamo che ci troviamo bene; la semintensiva è molto più grande e forse è un po’ scomodo il fatto che i magazzini siano dislocati in più punti" - ci ha riferito l'intervistata.

La Cardiologia dell'Ospedale "Infermi" di Rimini è composta da Utic, semintensiva e laboratorio di emodinamica tutti sullo stesso piano: "a livello logistico è meraviglioso, perché abbiamo tutto qui; gli infermieri ruotano, sia in semintensiva che in UTIC, poi abbiamo una piccola percentuale che va anche in emodinamica, abbiamo un pool infermieristico che copre turni anche lì; non non facciamo assolutamente turni in più. Rispettiamo le 11 ore di stacco, non facciamo più mattino-notte. No, quello no".

Tatiana nega episodi di bure-out in reparto e non conosce la sanità francese, però pensa sia così: "me la immagino forse più ampia, una realtà più grande. Mi immagino gli ospedali a livello di metratura più grandi. Forse perché mi immagino una città grande come Parigi e quindi me lo immagino enorme; non credo però che l'Ospedale di Rimini sia così piccolo".

C’è un percorso particolare che seguono i neoassunti?
Sì, vengono affiancati ad uno stesso infermiere per un lungo periodo, poi hanno diversi tipi di valutazione, scadenzate a 30 giorni, a 3 mesi, a 6 mesi. Seguono proprio un percorso lungo.

La stessa cosa vale per gli OSS?
Sì, anche loro vengono affiancati da un operatore esperto.

Qual è il percorso per gli studenti? Quanto tempo restano in reparto?
Abbiamo parecchi studenti e loro solitamente fanno dei tirocini di un mese, un mese e mezzo e vengono sempre affiancati ad un infermiere tutor.

Che cosa chiederesti ad un tuo collega in francese?
Come si trova lui nella sua unità operativa, gli chiederei quali sono le sue criticità e i suoi problemi.

Ti piacerebbe fare un’esperienza in Francia?
Le esperienze all’estero sono sempre molto interessanti, secondo me anche dal punto di vista di crescita.

 

Se dovessi raccontare ad un bambino cosa fa un infermiere, cosa gli diresti?
Beh, gli direi che si deve prendere cura delle persone che stanno male. E avere molta pazienza. Con i pazienti, con i medici, con i colleghi, con tutti. È un lavoro molto di pazienza.


studente infermiere

Giulia, studentessa Infermiera

Giulia, tirocinante infermiera


Giulia è una studentessa del terzo anno; la laurea è prevista a novembre 2016; l'abbiamo ascoltata mentre era in tirocinio in UTIC, dove ha dichiarato di "trovarmi molto bene; è un reparto che ti può insegnare tante cose, è un reparto secondo me dove l’infermiere è completo, dà tante soddisfazioni; il personale è ottimo e quindi vanno i miei più cari complimenti a questo reparto."

Come sei stata accolta quando sei arrivata?
Molto bene… per me, tra virgolette, è stata come una famiglia. Ho avuto già l’occasione di fare tirocinio in cardiologia, ho conosciuto già tutto il personale e quindi è stata una conferma per me. L'Università mi ha ben preparato prima di mandarmi in Cardiologia.

Quali sono stati i reparti in cui hai già fatto tirocinio e cambieresti qualcosa nella parte formativa clinica?
Ho frequentato chirurgia, medicina, RSA, cardiologia e UTIC. Il fatto è che in alcuni tirocini precedenti non ho avuto la possibilità di avere un tutor clinico sempre con me; quindi ho girato molti tutor e non ho avuto la possibilità di fare un percorso esaustivo. In questo caso, per la prima volta, ho avuto la possibilità.

Ti sei mai trovata di fronte all’evento della morte? Come ti sei sentita?
Sì… ed è un’esperienza a cui non ci si abitua mai, però ovviamente ci si fa forza e questa forza la si trova dentro e la si deve dare ai parenti, anche. In questo la scuola e anche i tutor clinici mi hanno saputo aiutare molto. L’ospedale e/o l’università hanno messo a disposizione un percorso per l’elaborazione del lutto legato alla morte di un paziente dal punto di vista psicologico?
Sì, c’è la possibilità di avere un supporto psicologico a cui io però, per ora, non ho ancora avuto bisogno di accedere.

Durante il tuo percorso di studio ti è mai capitato di dire a te stessa “questa cosa mi manca”, o “avrei bisogno di questo” proprio durante lo studio, a casa?
Il percorso di studio si va ad approfondire molto anche a casa, è anche un lavoro personale, perché la scuola ti dà il 50%, l’altro 50 è quello che fai tu a casa. Poi, ovviamente, durante tutto il tirocinio si ha la possibilità di vedere cose nuove che poi si andranno ad approfondire a casa. Secondo me è una professione dove non si finisce mai di imparare, ma ogni giorno c’è qualcosa da approfondire, qualcosa da conoscere.

Che strumenti hai utilizzato per approfondire?
Innanzitutto libri di testo, ma anche banche dati e protocolli. Seguo Nurse24, poi alcune pagine del sito internet dell'AUSL Romagna, relativi alla realtà di questa regione; trovo il vostro giornale uno strumento informativo eccezionale, soprattutto riguardo le ultime conoscenze e le ultime novità, ci si può aggiornare.

Autori

Angelo Riky Del Vecchio - Bernadette Fabregas - Sara Di Santo