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FIALS Bologna tra rimborsi facili e anomalie finanziarie

di Redazione

Rimborsi facili e gonfiati all’interno di una gestione economica poco chiara. E poi mancati controlli e battaglie a suon di revoche di agibilità sindacali e querele. Questo è quanto emerge dalla nostra inchiesta sul sistema Fials, nata dopo la ricezione di un dossier di documenti inviati in forma anonima: scontrini, distinte di bonifici e prelievi allo sportello. La segnalazione punta il dito dritto verso il segretario provinciale Alfredo Sepe - balzato alla notorietà dopo l’exploit del video seduto sul water - ma i problemi sembrano essere distribuiti su più livelli. Il segretario nazionale, Giuseppe Carbone, dal canto suo dichiara d’aver avviato un’indagine, mentre a Bologna è scattato il tutti contro tutti.

Il pasticcio finanziario della Fials Bologna

Si sa, gli iscritti sono la principale fonte di entrata di un sindacato. Entrate che, nella disponibilità della segreteria, dovrebbero essere utilizzate per la gestione ordinaria, per i servizi offerti agli iscritti e per le attività di rappresentanza.

Proprio le attività di rappresentanza sarebbero nell’occhio del ciclone nel caso Fials Bologna; le accuse, anonime, parlano di rimborsi gonfiati che avrebbero portato il segretario provinciale Sepe ad ottenere fino a 6.000 € ogni trimestre più le indennità di carica di 800 € mensili.

Il tutto a fronte di una mancata corrispondenza tra le “pezze” giustificative (scontrini) e i rimborsi fatti. La sensazione è che il segretario provinciale abbia approfittato della buona fede della sua stessa segreteria e tesoreria, che – rea di non aver effettuato i dovuti controlli (mediante la somma degli scontrini) – avrebbe bonificato sulla fiducia gli importi richiesti.

Accuse “mendaci, offensive e diffamatorie” che, secondo lo stesso Sepe, arrivano dal segretario regionale Daniele Bedetti e dal tesoriere Alberto Checchi (sarebbero loro a “nascondersi” dietro la firma di Marina Rossi, l’iscritta Fials che avrebbe inoltrato la documentazione con l’intento di incastrare il segretario provinciale).

Nel nostro sindacato non risulta nessuna iscritta che risponde al nome di Marina Rossi - tuona Sepe, che ha depositato querela in Procura - Con affermazioni ripetute più e più volte con spregevole consapevolezza e dolo vengono attribuite falsamente alcune gravissime circostanze al sottoscritto.

Non ci sono i puri in questa situazione. Dobbiamo capire chi ha sbagliato, i colpevoli verranno fuori (G. Carbone)

Del resto Sepe, segretario provinciale, non è l’unico ad ottenere i rimborsi, che vengono infatti riconosciuti a quasi tutte le figure di rappresentanza della sigla: dal regionale (tra i 1.500 ai 2.000 € a trimestre) al delegato aziendale (tra 600 € e 700 € a trimestre).

operazioni banca

E le carte che ci sono giunte non possono essere riconducibili ad un unico soggetto, fatta eccezione per alcuni bonifici e alcuni prelievi allo sportello riconducibili a Sepe e al tesoriere Alberto Checchi.

Fra questi spicca la distinta di un prelievo allo sportello ad opera del tesoriere: 1.300 € che sarebbero serviti – come si legge (non senza stupore) dalla scritta a penna – per il rimborso dei delegati Usl Bologna e Usl Imola (III° acconto, I° trimestre).

Ma dai documenti disponibili che fine abbiano fatto quei soldi, in effetti, non è dato sapersi, perché se da un lato le accuse anonime continuano a guardare nella direzione di Sepe, dall’altro verrebbe facile pensare che quei 1.300 € potrebbero anche essersi fermati nelle tasche di Checchi.

Verrebbe in aiuto, a questo punto, la rendicontazione annuale (prevista dal codice civile art. 20: “L'assemblea delle associazioni deve essere convocata dagli amministratori una volta l'anno per l'approvazione del bilancio” e dall’articolo 36 dello statuto Fials - l’unico pubblico è consultabile qui - : “Ciascuna Segreteria Provinciale e Regionale redige ed approva annualmente un rendiconto economico e finanziario che viene ratificato dai rispettivi organi consiliari di riferimento”), che però mancherebbe da circa due anni.

A confermarlo è Giuseppe Carbone, segretario nazionale Fials, che dichiara di non aver ricevuto rendicontazioni né dalla segreteria provinciale di Bologna, né da quella regionale dell’Emilia-Romagna : Non ci sono i puri in questa situazione - rincara - bisognerà controllare non solo gli ultimi due anni, ma anche quelli precedenti.

L’indagine interna aperta dalla segreteria nazionale Fials

All’origine di tutto sembra ci siano delle divergenze di vecchia data tra il segretario provinciale, Alfredo Sepe, e il segretario regionale, Daniele Bedetti. Commenta così a caldo la vicenda Carbone. La Segreteria sta intervenendo per capire cosa c’è che non va sia nella segreteria provinciale che in quella regionale.

Non è possibile che in una gestione fatta da due persone si litighi all'improvviso, dalla sera alla mattina. Vuol dire che c’è qualcosa di serio considerato anche che non si riesce a metterli d'accordo.

In particolare vogliamo vederci chiaro su tutte le movimentazioni bancarie - afferma Carbone - e sui finanziamenti fatti per la creazione di progetti (SiCambiaCon e NurseToday, oggi stranamente sospesi a pochi mesi dal lancio), di cui la segreteria nazionale era a conoscenza, ma dei quali non sono chiare né la proprietà né la somma investita.

Promette di chiarire la situazione pubblicamente, Carbone, una volta fatta luce su tutte le anomalie segnalate in quella che ad oggi è la segreteria più rappresentativa al Sant'Orsola-Malpighi di Bologna.

Intanto oggi, mercoledì 5 dicembre, la segreteria nazionale Fials incontrerà a Bologna tutte le segreterie provinciali e quella regionale dell’Emilia-Romagna, perché i panni sporchi si lavano in casa. Questo incontro, assicura Carbone, servirà a valutare tutti gli aspetti della vicenda e a prendere decisioni che arriveranno entro dicembre.

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