Nulla osta definitivi per mobilità in uscita prima autorizzati e poi annullati, decine di atti aziendali che negano aspettative e comandi. Succede a Taranto, dove l’Asl sta lasciando al palo decine di infermieri con la motivazione della difficoltà di reperire sostituzioni
, scrive in una nota Lorenzo Caldaralo, segretario generale Fp-Cgil. Una serie di non scelte tra la Regione e l'Asl
dalle quali ad emergere - continua - è il disinteresse nei confronti dei lavoratori
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Mobilità negate a Taranto, infermieri come pedine dell'azienda
Vincere un bando di mobilità, firmare il contratto nella nuova azienda, traslocare per poi vedersi annullare il nulla osta a quindici giorni dalla presa di servizio. Sta succedendo ad alcuni infermieri dipendenti dell’Asl Taranto, ai quali era stato concesso il nulla osta per mobilità in uscita, ma che poi se lo sono visto revocare all'ultimo.
Motivo? Carenza di personale. Vero è che tutte le tipologie di mobilità necessitano dell'autorizzazione preventiva dell'ente di appartenenza: ad esso spetta infatti la concessione o meno e le modalità e le tempistiche del trasferimento, in relazione alle esigenze aziendali.
Ma quello che sta facendo scalpore sono una serie di incomprensibili "non scelte" tra la Regione e l'Asl - scrive Caldaralo della Fp-Cgil - che stanno avendo come risultato la messa in discussione dell'autonomia organizzativa che ogni Azienda Sanitaria deve mettere in campo per attuare strumenti amministrativi efficaci per assumere il personale e garantire un'offerta sanitaria adeguata ai bisogno del territorio
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Il riferimento è ad una disposizione regionale che vieta alle Asl di fare bandi di concorso di mobilità in attesa di uno dei tanti illusori bandi regionali
. E non è tutto. A detta del sindacato, risulterebbero giacenti oltre 100 domande di mobilità in entrata di infermieri nella Asl di Taranto
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Che il rilascio del nulla osta da parte dell’amministrazione di appartenenza renda spesso le mobilità nel mondo sanitario una chimera se ne sta rendendo conto anche il ministro della pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, che sta lavorando ad una mobilità volontaria più snella.
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