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Mille euro una tantum agli infermieri veneziani

di Monica Vaccaretti

Mille euro per far fronte ai disagi logistici ed economici di una città turistica che vive sull'acqua: è quanto riceverà come quota una-tantum il personale sanitario di Venezia e delle isole della laguna. Si tratta del risultato di un accordo tra Cisl e Uil con l'Ulss 3 in materia di ridistribuzione del fondo aziendale di produttività, oltre otto milioni di euro accumulati dal 2018 al 2022.

Venezia premia gli infermieri, mille euro una tantum per i disagi

laguna venezia

Agli infermieri veneziani verranno dati mille euro, una tantum, per sopperire ai disagi del lavorare in una città turistica sull'acqua.

Essere infermieri a Venezia è un grande disagio logistico ed economico. È disagevole lavorare in una delle città più costose ed affollate del mondo e che vive sull'acqua, anche alta, in cui è difficile spostarsi. Sono disagi che disincentivano a lavorarvi.

Lo ha riconosciuto l'Uls 3 che, firmando un accordo con i sindacati Cisl e Uil, ha deciso che la ridistribuzione del fondo nazionale di produttività sarà eseguita a favore del personale sanitario della città lagunare, comprese le isole.

Si tratta di otto milioni di euro, accumulati dal 2018 al 2022, che saranno elargiti con una quota una-tantum. La busta paga del mese di ottobre sarà pertanto più pesante per 1072 lavoratori del comparto che, distribuiti tra l'Ospedale Civile e i vari presidi sanitari territoriali, lavorano per l'Ulss 3 Serenissima.

A seconda delle varie qualifiche, è stato stabilito che il premio aggiuntivo per gli infermieri ammonta a 980 euro, per i medici a 1105 euro, per gli operatori socio sanitari a 804 euro e per gli amministrativi a 870 euro.

Si tratta di un decisivo riconoscimento verso dei lavoratori fortemente penalizzati in un contesto di specificità unica, a causa della mancanza di politiche residenziali e della difficoltà a mantenere servizi pubblici adeguati a fare fronte al grande flusso di persone che, per turismo e lavoro, ogni giorno investe Venezia.

In attesa che anche la Regione Veneto riconosca Venezia come zona disagiata, come richiesto lo scorso 25 ottobre in Consiglio con una mozione presentata dai consiglieri del Partito Democratico, l'Azienda Sanitaria e le rappresentanze dei lavoratori concordano nel sostenere che lo stipendio dei dipendenti della sanità pubblica è decurtato dal costo della vita, dalla mancanza di case e dalla difficoltà crescente nei trasporti.

È pertanto necessario promuovere questo accordo che, seppur valido soltanto una volta, pone l'attenzione su un problema che pesa su questa categoria di lavoratori da anni e a cui sarebbe doveroso porre rimedio anche per evitare dimissioni e richieste di trasferimenti in sedi più vicine alla residenza.

La tenuta del sistema sanitario è messa a rischio dalla profonda insoddisfazione degli operatori della salute che si vedono costretti al pendolarismo, consumando tempo e denaro per andare e tornare dal lavoro, e che percepiscono stipendi sempre più erosi dalle spese da sostenere.

La situazione aggrava una condizione già pesante dovuta alla preoccupante carenza di personale che si registra sia nel territorio che nelle strutture ospedaliere veneziane. Da recenti dati regionali risulta che nell'Ulss 3 mancano 767 dipendenti, 421 dei quali sono infermieri.

L'Ulss di Venezia si era già fatta promotrice di una originale iniziativa lo scorso luglio lanciando a livello mondiale una campagna di reclutamento di medici di medicina generale, offrendo agevolazioni per l'alloggio e l'ambulatorio, per arginare carenze organiche e pensionamenti previsti per il 2024.

La proposta, con lo slogan “Dottore, dottoressa la città più bella del mondo ti aspetta” ha raccolto l'adesione di 400 medici e l'offerta di lavoro a 15 selezionati, alcuni dei quali hanno già assunto l'incarico ed altri prenderanno servizio nei prossimi mesi. I sindacati ritengono che il riconoscimento per Venezia dello status di zona disagiata da parte della Regione permetterebbe anche ai dipendenti dell'Ulss 3 di avere agevolazioni ed incentivi permanenti, come quelli dedicati ai medici di famiglia che hanno favorevolmente accettato la proposta.

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