Avrebbero costretto gli iscritti di un’associazione di volontariato che fa parte del sistema integrato di soccorso del 118 della Asl di Lecce, a frequentare corsi di formazione facendoseli pagare. Per questo quattro medici dell’azienda sanitaria salentina sono indagati dalla Procura della Repubblica di Lecce per il reato di concussione.
L’inchiesta della Procura di Lecce
Gli interessati, tutti con ruoli di dirigenza nel sistema di emergenza territoriale, hanno ricevuto per ora l’avviso di proroga delle indagini, che non hanno ancora permesso ai militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza che le conducono, di definire il quadro accusatorio.
L’inchiesta è condotta dal pubblico ministero della Procura di Lecce, Roberta Licci, che ha chiesto ed ottenuto dal gip Giovanni Gallo l’estensione delle indagini partite dall’esposto presentato dai responsabili dell’associazione di volontariato che si sospetta essere parte lesa.
In Puglia il sistema sanitario dell’emergenza urgenza 118 è affidato ad un servizio misto pubblico-privato composto da personale sanitario, medici e infermieri, dipendente Asl e da autisti e soccorritori delle varie associazioni del cosiddetto volontariato che forniscono anche gli automezzi e i presidi di bordo. L’apporto dei privati è regolato da specifiche convenzioni stipulate con le direzioni delle Asl che richiedono, tra i requisiti del personale impiegato, attestati di formazione nelle tecniche di primo soccorso rilasciati da enti e istituti scientifici, che devono essere riconosciuti dai direttori delle centrali operative.
Nazareno Dinoi, giornalista
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