Bisogna che gli infermieri siano gli autori del proprio destino contrattuale
. Antonio De Palma, presidente di Nursing Up, si appella agli infermieri italiani perché facciano sentire la propria voce e partecipino alle elezioni delle Rsu votando Nursing Up il 17, 18 e 19 aprile prossimi. Affinché ottengano quello che aspettano da nove anni: un contratto dignitoso.
Aumento beffa e indennità irrisorie
Dall’aumento beffa alle indennità notturne irrisorie, passando per il tempo divisa, per cui – secondo Nursing Up – bisognerebbe essere dei Mandrake per fare tutto in 15 minuti, fino al passaggio da categoria D a Ds e alla libera professione, ancora una volta una chimera per gli infermieri: sono queste le ragioni per le quali a Nursing Up questa bozza di contratto non è piaciuta per niente e infatti non l’ha firmata lo scorso 23 febbraio.
Questo contratto non dà alcuna risposta agli infermieri – dice De Palma -, non ha nulla di accettabile. È finito il tempo dell’infermiere missionario. Lo Stato ha il dovere di remunerarci con giustizia
. Il presidente di Nursing Up smantella il contratto punto per punto e si appella ai lavoratori perché, dice, dobbiamo uscire da questa brutta favola
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Nursing Up considera il contratto inaccettabile a causa di:
il perdurare del blocco del trattamento economico del personale del servizio sanitario nazionale e il taglio dei fondi della contrattazione integrativa, perché non saranno certo 85 euro medi promessi a tutti i lavoratori o i 67 euro che il contratto appena sottoscritto attribuisce agli infermieri in categoria D che consentiranno di colmare il vuoto lasciato da nove anni di congelamento contrattuale;
il mancato riconoscimento del passaggio dalla categoria D a Ds per gli infermieri;
la mancata valorizzazione dell'anzianità di servizio delle professioni sanitarie non mediche tramite scatti di carriera, il mancato riconoscimento delle ore necessarie all'aggiornamento professionale, la mancata possibilità di svolgere attività libero professionale;
il permanere della crisi occupazionale infermieristica che vede oltre 25mila infermieri disoccupati;
il sovraccaricare di lavoro il personale infermieristico per via del mancato ricambio generazionale dovuto al blocco del turnover e alle esasperanti condizioni lavorative, logica conseguenza e alle ristrettezze economiche e al drastico contenimento dei costi messi in campo dalle aziende sanitarie
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