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Crisi Santa Lucia, dipendenti a rischio licenziamento

di Redazione

Si è aperto il 6 agosto a Roma, presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), il tavolo di crisi con la Regione Lazio ed i vertici aziendali della Fondazione IRCCS Santa Lucia, un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico che, convenzionato con il Sistema sanitario Regionale, garantisce da 64 anni prestazioni di neuroriabilitazione e della ricerca nelle neuroscienze. La crisi di questa struttura ospedaliera privata, fiore all'occhiello della sanità a livello nazionale, è dovuta ad un enorme dissesto economico a causa del quale rischia di chiudere i battenti. Sulle sue casse pesa, infatti, un debito di oltre 300 milioni di euro. La crisi economica della struttura di via Ardeatina è molto grave tenendo conto che la produzione media d'impresa per anno si aggira attorno ai 100 milioni. I sindacati denunciano che la direzione generale della struttura, vista la difficoltà economica in cui versava da tempo, non avrebbe assicurato né la tenuta dei contratti in essere e dei livelli salariali né dei livelli occupazionali e dei servizi sanitari erogati.

Sindacati: bene proposta partnership pubblico-privato, ma mobilitazione prosegue

La Fondazione IRCCS Santa Lucia è un'eccellenza nazionale, ma i dipendenti rischiano il licenziamento

All'incontro, presieduto dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e dal sottosegretario con delega alle crisi d'impresa, Fausta Bergamotto, erano presenti anche il prefetto di Roma, il Governatore della Regione Lazio Francesco Rocca nonché le segreterie confederali e di categoria nazionali e territoriali di Cgil, Cisl, Cisl Fp, Uil, Uil Fp, Cgil e Cimop.

L’IRCCS Santa Lucia occupa circa 1000 lavoratori, ora a rischio di licenziamento. I sindacati da tempo denunciavano che la situazione stava precipitando ed ora, esprimendo forte preoccupazione, chiedono di salvare i livelli occupazionali e salariali.

Si tratta di un terremoto occupazionale che rischia di abbattersi sulla sanità di Roma e del Lazio, tuonano i rappresentanti sindacali secondo i quali a causare questa situazione sarebbe stata una gestione inadeguata.

Costi di gestione altissimi, tariffe non consone alla complessità dei pazienti assistiti, mancati raggiungimenti dei budget assegnati hanno creato un debito mostruoso, denunciano spiegando che l'incontro al Mimit si è reso necessario dopo l'esito negativo della procedura di composizione del debito così che si è dovuto procedere all'avvio del piano di ristrutturazione soggetto ad omologazione del Tribunale.

Per scongiurare la chiusura dell'IRCCS, i sindacati oltre ad aver proclamato lo stato di agitazione si erano appellati al Presidente della Regione, che ha la delega alla sanità, affinché intervenisse urgentemente per trovare una soluzione, facendosi parte attiva a garantire la continuità assistenziale per la popolazione e a tutelare nel contempo anche i lavoratori. Rocca aveva assicurato che il Santa Lucia rappresentava certamente una priorità per l'amministrazione regionale ed aveva portato il caso all'attenzione del ministro Urso.

La Fondazione Santa lucia è un'eccellenza che va tutelata e valorizzata perché unica nel panorama sanitario italiano, ha sottolineato ieri il ministro aprendo la prima riunione plenaria che aveva l'obiettivo, intanto, di approfondire con tutti i soggetti interessati e coinvolti le possibili soluzioni mirate a garantire la continuità dei servizi offerti, salvaguardando altresì le professionalità nonché i posti di lavoro. Siamo pronti a sostenere l'azienda per arrivare a risolvere questa crisi nel minor tempo possibile, ha assicurato.

Concordando che la struttura sanitaria debba essere assolutamente salvaguardata anche in virtù del suo valore etico e sociale, Mimit, Presidente di Regione e sindacati hanno chiesto al ministro che venga valutato con attenzione il percorso dell'amministrazione straordinaria della struttura Santa Lucia.

Auspichiamo la creazione di un soggetto giuridico nuovo che veda la Regione affiancata eventualmente da un soggetto privato no profit, ha precisato Francesco Rocca prima dell'inizio dell'approfondimento tecnico sugli strumenti e sulle procedure più utili per garantire una soluzione positiva della crisi. Abbiamo aperto un dialogo ed ascoltato le posizioni dell'azienda, che ha presentato una situazione particolarmente difficile ed impegnativa - ha dichiarato all'Ansa -. Abbiamo ovviamente ascoltato le organizzazioni sindacali. Come amministrazione regionale ho dato la massima disponibilità ad intervenire per salvare, oltre ai livelli occupazionali, anche la qualità delle prestazioni erogate, ha concluso.

Per scongiurare il fallimento ed evitare il licenziamento, i dipendenti chiedono invece che l’istituto Santa Lucia diventi un soggetto pubblico del Servizio sanitario. L'appello per renderla completamente pubblica è già stato firmato da quasi 20mila persone.

Per far sentire la propria voce i lavoratori e le lavoratrici non solo hanno organizzato un presidio in concomitanza dell'incontro sotto Palazzo Piacentini, sede del ministero, ma hanno anche lanciato nei giorni scorsi, in collaborazione con i sindacati, una petizione online su Charge.org.

A pagare questa crisi non possono essere i lavoratori né tantomeno i cittadini che hanno necessità di curarsi e vedere rispettato il loro diritto alla salute - si legge nel testo dell'accorato appello -. Questa drammatica situazione rende evidente quanto sia diventato fragile il Servizio Sanitario, sia quello nazionale che regionale, mettendo in discussione il diritto al pieno accesso alle cure, concludono i dipendenti del Santa Lucia.

Regione e Ministero puntano invece ad una soluzione che porti alla partnership pubblico-privato e dopo il tavolo di confronto, che sembra ad un punto di svolta nelle ultime ore, hanno passato la decisione alla proprietà della struttura sanitaria. La regione potrà entrare in questo partenariato senza perdere posti di lavoro. Il governo è favorevole a questa ipotesi perché resterebbe comunque il controllo pubblico, ha spiegato il governatore facendo sapere che sembrerebbe questa la strada migliore da percorrere.

A respingere ogni ipotesi di trasformazione totale in servizio pubblico della struttura è anche il dirigente della Pisana, la società romana di logistica che si occupa della programmazione dei servizi socio assistenziali e socio sanitari territoriali. “Chi lo ha chiesto fa demagogia perché sa bene che non possiamo far diventare pubblici i dipendenti del Santa Lucia. Possiamo tuttavia lavorare per garantire i loro diritti e un giusto salario, ha sottolineato. L'alternativa, spiegano governo e regione, è mettere all'asta la struttura per saldare il debito, un'opzione che inquieta i lavoratori che si troverebbero senza occupazione.

La procedura che riteniamo più appropriata in questa fase è pertanto quella di istituire un'amministrazione straordinaria con commissari nominati dal ministero, come avvenuto recentemente per l'Ilva di Taranto e l'Idi di Roma qualche anno fa. In questo modo la Regione potrebbe avere ancora un ruolo all'interno dell'organizzazione del Santa Lucia, ribadisce Rocca.

La decisione esclusiva se andare all'asta fallimentare secca o all'amministrazione straordinaria è in mano adesso alla proprietà appartenente alla famiglia Amadio. Tra poche ore capiremo quale scelta i proprietari hanno deciso, conclude il Presidente del Lazio che assieme ai sindacati auspica ancora il partenariato.

Apprezziamo l'impegno del ministro e del Governatore nell'esortare, insieme alle organizzazioni sindacali, la proprietà a scegliere l'amministrazione straordinaria e mettere in campo tutte le soluzioni possibili. Consideriamo altresì positiva la proposta avanzata da Rocca di creare un partenariato pubblico-privato no profit. Tuttavia, dobbiamo rendere tangibile questo percorso nel più breve tempo possibile, fanno sapere tramite comunicato stampa Fp Cgil Roma Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma Lazio.

La nostra preoccupazione resta altissima perché la mancanza di liquidità da parte dell'azienda è nota e nell'immediato è prioritario garantire anche la continuità delle retribuzioni, rimarcano Cenciarelli (Fp Cgil Roma Lazio), Cosentino (Cisl Fp lazio) e Bernardini (Uil Fpl Roma Lazio).

Abbiamo intanto esortato con fermezza la proprietà ad interrompere l'attivazione di procedure unilaterali, avviando un percorso sinergico con le istituzioni in modo che il sistema pubblico abbia un ruolo centrale in questa vicenda – aggiungono -. Questa crisi non può essere gestita come una normale compravendita tra privati. Il rischio di disperdere un'eccellenza del nostro Paese è troppo alto, sottolineano.

Andremo pertanto avanti con la mobilitazione per garantire sia i lavoratori che i cittadini e saremo l’8 agosto in presidio con i lavoratori e le lavoratrici della Fondazione Santa Lucia a piazza santi Apostoli, in concomitanza con l'incontro in Prefettura che è stato fissato per le ore 15, concludono i rappresentanti sindacali.

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