Noi non ci fermiamo. Lo sciopero questa estate salta ma lo stato di agitazione continua perché il tavolo non ci ha soddisfatto. Si esprimono così, al termine del vertice in prefettura, i rappresentanti delle tre organizzazioni sindacali (Nursind, Nursing Up e Usb) che due giorni fa hanno incontrato i vertici dell'azienda sanitaria di Arezzo nel tentativo di trovare un accordo su varie questioni, dopo la proclamazione dello stato di agitazione lo scorso sabato. Carenza di personale e pressione lavorativa sono le maggiori criticità affrontate nel corso dell'incontro.

Sindacati dopo il vertice in prefettura: il tavolo non ci ha soddisfatto

Lo sciopero, che nella contrattazione sindacale è al momento da escludere, rimane comunque l'ultima spiaggia, fanno sapere. Stiamo concordando insieme le prossime mosse, assicurano i segretari dei tre principali sindacati che rappresentano la maggior parte degli infermieri aretini.

La gente è stanca e noi vogliamo garantire un diritto alla salute di qualità che adesso è a rischio, spiega il segretario Nursind Arezzo, Claudio Cullurà. Pertanto non ci fermeremo e continueremo la nostra lotta, assicura.

Mancano all'appello centinaia di infermieri ed Oss, spiega il sindacalista sottolineando che il numero effettivo è difficile da stimare con precisione a causa dei dati poco chiari forniti dall'azienda sanitaria. Si difende sostenendo che, secondo la sua rilevazione, ci sono 156 infermieri in più rispetto al 2019. Peccato che già allora ne mancavano altrettanti, puntualizza Cullurà trovando d'accordo anche Norgini del Nursing Up e Corsini di Usb.

Sussistono poi una serie di problemi che non consentono una adeguata conciliazione dei tempi vita e di lavoro - spiegano i tre referenti -. Registriamo da tempo una forte pressione lavorativa, la non certezza di adeguati recuperi psicofisici e migliaia di ore e di ferie arretrate accumulate, concludono riportando le segnalazioni pervenute al sindacato dal personale e ragionando sulle prossime iniziative a tutela dei lavoratori.