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Aderenza terapeutica, il rapporto di Cittadinanzattiva

di Redazione

Da Cittadinanzattiva e Tribunale per i diritti del malato arrivano otto raccomandazioni civiche per migliorare sull’aderenza terapeutica.

Metà dei farmaci non sono assunti come dovrebbero

Secondo stime dell’Oms, il 30-50% dei farmaci prescritti non sono assunti come dovrebbero; tra il 30% e il 70% dei pazienti commette errori o scambi involontari di farmaci. Secondo quanto riportato nel piano nazionale delle cronicità sono stati 194.500 i decessi nell’Unione europea per mancanza di aderenza o per errori nel dosaggio o assunzione di farmaci, con una spesa di 125mld di euro l’anno per ricoveri. 

Tra i fattori che incidono maggiormente sulla mancata aderenza alle terapie ci sono: la compresenza di più patologie; la scarsa motivazione del paziente o frustrazione nel non percepire esiti e benefici dalle cure; la scarsa comprensione sulla terapia da seguire; le difficoltà economiche e sociali che colpiscono il paziente, ma anche motivi organizzativi e carenze nei servizi sanitari.

"È necessario dare tempestiva e piena attuazione su tutto il territorio nazionale alle indicazioni contenute nel piano nazionale della cronicità, in riferimento al sezione “Terapie e aderenza terapeutica”. Ciò che va scongiurato è il rischio di interventi regionali e territoriali frammentati, per avere una politica il più possibile unitaria e sistemica sull’aderenza alle terapie.

Il piano nazionale chiarisce bene che oltre a intervenire sull’appropriatezza prescrittiva, sulla quale le Regioni si stanno concentrando particolarmente, è necessario generare soluzioni organizzative che favoriscano l’adesione alle prescrizioni, con particolare riferimento alle persone che assumono molti farmaci (politerapie), assicurando equità di accesso. Dalla ricerca, alle soluzioni tecnologiche, dalla formazione alla informazione e formazione di cittadini e operatori sanitari, le linee sono tracciate. E infatti, anche le Regioni, sebbene in ordine sparso, affrontano alcuni dei nodi. Un cambio di passo importante è necessario sul fronte del protagonismo del cittadino nel percorso di cura, nella riduzione della burocrazia inutile, negli strumenti tecnologici per semplificare la vita e nella valorizzazione di tutti i professionisti sanitari più vicini al malato e alla famiglia. Contrastare la logica di tempari e minutaggi che può compromettere la relazione di fiducia e la personalizzazione dei percorsi è misura imprescindibile."

Aderenza terapeutica, otto raccomandazioni

  1. Attuazione del piano nazionale della cronicità su tutto il territorio nazionale. In particolare su: promozione di studi di ricerca applicata e di soluzioni tecnologiche e organizzative per migliorare l’aderenza; diffusione delle conoscenze su rischio aumentato di reazioni avverse ai farmaci delle persone con malattia cronica e in politerapia; adozione di procedure che favoriscano l’adesione alle prescrizioni mediche, in particolare in caso di politerapia; formazione e informazione delle persone con cronicità e degli operatori sanitari e non sanitari sull’uso appropriato di terapie e tecnologie. 
  2. Cittadino protagonista del proprio percorso di cura. Garantire l’effettiva erogazione della terapia educazionale, così come previsto nei nuovi Lea, per le persone con diabete, obesità, asma e allergie, ed estendere tale diritto anche ad altre condizioni.
  3. Fiducia e stabilità nel rapporto tra équipe di cura e cittadino. Garantire counseling, tempo adeguato a una comunicazione efficace sulla patologia, sulla terapia, sulla durata del trattamento e sulla periodicità dei controlli per offrire un “sostegno ai comportamenti più utili” e consolidare l’adesione al percorso terapeutico.   
  4. Semplificare la vita e ridurre la burocrazia inutile. Semplificare la vita delle persone, riducendo il carico burocratico nella prescrizione (es. rinnovo piano terapeutico, trascrizione da ricetta bianca a ricetta rossa), e le distanze da percorrere (es. per raggiungere il centro prescrittore o per ritirare il farmaco). 
  5. Aderenza per garantire più sicurezza. Piena attuazione in tutte le Regioni/PA della Raccomandazione ministeriale n. 17 sulla Riconciliazione farmacologica, individuando in maniera chiara e univoca il centro di responsabilità deputato a garantire la riconciliazione.
  6. Formazione al personale sanitario, caregiver familiare e professionale. Investire in formazione rivolta al personale sanitario, su comunicazione, relazione e profili di sicurezza e interazione tra farmaci in polifarmacoterapia. Promuovere un sostegno e formazione al caregiver familiare e professionale, sostenendoli e qualificandoli nella propria attività, e in quest’ultimo caso ponendo attenzione alle eventuali differenze culturali e linguistiche. 
  7. Valorizzare tutte le professionalità. Valorizzare di più le competenze di tutte le professionalità coinvolte, capitalizzando anche la vicinanza e la prossimità rispetto al cittadino, soprattutto per venire incontro alle fragilità della persona, delle famiglie e delle aree disagiate, come le aree interne.
  8. Misurare l’aderenza terapeutica. Misurare l’aderenza terapeutica, secondo metodi, criteri e indicatori evidence based per avere contezza della dimensione del fenomeno e delle difficoltà nel rispettare le prescrizioni farmacologiche e le indicazioni terapeutiche, al fine di restituire a professionisti, istituzioni sanitarie e organizzazioni civiche e di pazienti gli ostacoli e i trattamenti efficaci per superarli.
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