Fornire agli operatori sanitari gli strumenti necessari per disgregare il biofilm, rimuoverlo dalla lesione e impedirne la riformazione. E ancora: ridurre i costi di gestione, ridurre l'ospedalizzazione dei pazienti e ridare loro una speranza. Sono questi gli obiettivi del Wound Hygiene, un metodo strutturato che consente di superare barriere alla guarigione delle lesioni cutanee difficili. A spiegarne le fasi e la portata innovativa, sia in termini assistenziali che di efficientamento delle risorse, è Guido Ciprandi - Direttore dell’Unità Chirurgica di Cura delle Lesioni dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.
Ciprandi: con Wound Hygiene curiamo l'individuo non solo la lesione
È noto che il biofilm costituisce una barriera alla guarigione delle lesioni ed è largamente riconosciuto che le lesioni che non seguono il normale processo di guarigione siano biofilmate. Per questo i professionisti sanitari impegnati nella cura delle lesioni sono interessati a tutte le strategie che possono contribuire a ridurre il biofilm e ottimizzare la riparazione tessutale favorendo la progressione della lesione cutanea.
Nel marzo 2019 un comitato consultivo di esperti si è riunito per discutere ostacoli e opportunità rispetto all’adozione e diffusione di un approccio di cura basato sul biofilm; dai lavori di questo panel di esperti è arrivata la pubblicazione di una consensus internazionale1 che ha introdotto il concetto di Wound Hygiene, un nuovo approccio alla gestione delle lesioni di difficile guarigione, una strategia preventiva antibiofilm che prepara la lesione alla guarigione stessa.
Si tratta di un approccio che fa della detersione delle lesioni non healing - spiega Guido Ciprandi, MD, PhD ed esponente italiano del comitato di revisione della Consensus pubblicata sul Journal of Wound Care (JWC) nell'aprile 2020 - una priorità, anche se esse non presentano un biofilm visibile
. Questo perché uno dei principi fondamentali del Wound Hygiene è rimuovere o ridurre al minimo tutti i materiali indesiderati (compresi biofilm, tessuti devitalizzati e corpi estranei), eliminare l’eventuale biofilm residuo e prevenirne la riformazione. Questo creerà immediatamente le condizioni favorevoli alla guarigione.
Le competenze, i materiali e il tempo necessari per effettuare il Wound Hygiene lo rendono un approccio economico, soprattutto grazie al suo potenziale di favorire una più rapida guarigione. È per questo che aiuterà ad affermare la gestione del biofilm come strategia ottimale per la cura delle lesioni di difficile guarigione, strategia che potrà essere adottata su tutte le lesioni, comprese quelle acute e post-operatorie. Questo sarà possibile soprattutto se lo si considererà un work in progress - chiosa Ciprandi - ovvero un procedimento che sarà sicuramente migliorato nel tempo grazie a tutti gli operatori di settore
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