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Wound Care

Vulnologia, AIUC: al lavoro per riconoscimento competenze

di Redazione

Dalla pubblicazione di nuove raccomandazioni all’evoluzione della scuola di eccellenza in wound care, passando per il prossimo congresso nazionale in programma a Bari ("Multidisciplinarietà e innovazione nella gestione delle fragilità", 22-25 ottobre 2025). Intervistati in occasione del XIII° Congresso AISLeC, Giovanni Papa ed Elia Ricci - rispettivamente presidente e membro del consiglio direttivo dell'Associazione italiana ulcere cutanee (AIUC) - presentano progetti e iniziative che la società scientifica sta mettendo in campo, con l’obiettivo di favorire un’assistenza di qualità alle persone portatrici di lesione, offrire ai clinici buone pratiche aggiornate e raggiungere il dovuto riconoscimento delle competenze dei professionisti.

Papa: AIUC capofila nella stesura di nuove raccomandazioni

Si sente sempre più spesso ribadire che l’assistenza deve “uscire” dall’ospedale e spostarsi capillarmente sul territorio. Questo vale anche per il fenomeno delle lesioni cutanee, spiega Giovanni Papa, presidente AIUC, attorno al quale non deve mancare mai l’attenzione nell'evitare il gravoso ricorso all’ospedalizzazione.

Utilizzo razionale delle medicazioni avanzate nelle ferite difficili e prevenzione delle infezioni della cute e dei tessuti molli. Sono le due tematiche sulle quali AIUC sta facendo da capofila per la stesura di nuove linee guida, che porteranno all'ulteriore implementazione di tutorial di supporto per i clinici.

Vulnologia, Ricci: Aiuc lavora anche per i diritti dei professionisti

Il futuro passa da formazione e competenze. E formare quanti più professionisti possibili nel modo più capillare possibile è l’obiettivo della Scuola di eccellenza in wound care, nella sua nuova veste di “forma mista”, ovvero fruibile via web, con la combinazione di tre momenti formativi in presenza per approfondire la parte pratica.

Il tutto perché la vulnologia, scienza in piena espansione – spiega Ricci – che però non è ancora insegnata nelle università passi dall’essere un grandioso hobby al riconoscimento della figura del vulnologo come effettivo professionista del settore.

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