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Sanzione Garante della Privacy, Usl VdA prepara il ricorso

di Redazione

Multa di 40mila euro per aver reso accessibili i dati personali di pazienti e professionisti sanitari durante l'emergenza Covid. È quanto ha comminato il Garante della Privacy nei confronti dell'Azienda Usl Valle d'Aosta, che prepara la difensiva: provvedimento inaspettato e di difficile comprensione. È infondato.

Dossier sanitario, l'Azienda: sanzione Garante infondata

Per l'Usl della Valle D'Aosta di fronte ad un delicato bilanciamento degli interessi tra la salute e la riservatezza è doveroso privilegiare la salute

Un provvedimento completamente inaspettato e di difficile comprensione, perché riferito ad un contesto di piena emergenza sanitaria nel periodo di emergenza Covid, nel quale, come è noto, tutti gli sforzi profusi in ambito sanitario erano finalizzati a garantire le migliori ed efficienti cure possibili alla popolazione valdostana.

Dopo essere stata sanzionata dal Garante della privacy, con una multa da 40.000 euro, per aver reso accessibili, durante la pandemia, i dossier di tutti gli assistiti della regione a qualunque operatore sanitario, senza il consenso degli interessati, l'Usl della Valle d'Aosta prepara il ricorso.

Lo annuncia in una nota, in cui afferma di aver già incaricato uno studio legale esperto in materia. E, sul caso finito nel mirino del Garante, spiega: L'accesso ai dati è stato consentito agli operatori sanitari di determinati reparti anche per i pazienti di altri reparti, dato che l'assetto di tutte le strutture era soggetto, a causa dell'emergenza, a continui e repentini cambiamenti sovvertendone spesso l'organizzazione. Senza tale misura, l'accesso ai dati di tutti i pazienti sarebbe stato impossibile, impedendo così le cure.

Per questo, secondo l'azienda sanitaria valdostana - che precisa come, durante la pandemia, sia stata adottata ogni misura utile a salvaguardare la salute dei pazienti Covid e non Covid in un ospedale con gestione mista - il giudizio del garante è stato elaborato astraendosi dalla drammatica contingenza del momento.

E precisa: La decisione di allentare le regole del dossier sanitario aziendale è stata assunta consapevolmente - spiega l'Usl - dopo un'attenta analisi dei filtri da disattivare e delle regole privacy da mantenere assolutamente attive, per garantire comunque e sempre un'adeguata e tempestiva cura nel periodo pandemico, nel rispetto dei principi generali in materia di protezione dei dati personali, tant'è che le misure tecniche di protezione messe in atto hanno comunque impedito l'accesso a specifiche informazioni cliniche.

Per l'Usl, di fronte ad un delicato bilanciamento degli interessi tra la salute e la riservatezza, si è ritenuto doveroso - oltre a ciò a cui istituzionalmente è tenuta - privilegiare la salute permettendo agli operatori di avere tutti gli strumenti necessari per curare e salvare la vita dei cittadini. E conclude: Pur stigmatizzando i comportamenti illeciti dei singoli operatori, riteniamo assolutamente infondato il provvedimento notificato dal Garante.

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