Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ogni anno 700mila persone nel mondo muoiono a causa di un’infezione dovuta a batteri resistenti agli antibiotici . Di queste, secondo le stime dell’ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) 33mila si registrano in Europa e oltre 10mila riguardano il nostro Paese. Esiste una relazione certa tra il consumo eccessivo e inappropriato di antibiotici e l’insorgenza del fenomeno della resistenza, così come a sostenere la maggior parte delle infezioni ospedaliere sono proprio agenti antibiotico-resistenti. Ecco perché è di fondamentale importanza puntare i riflettori su percezione e consapevolezza dei rischi correlati allo sviluppo delle resistenze agli antibiotici nei batteri.
Quello che dovremmo sapere sul fenomeno dell'antibiotico-resistenza
La resistenza dei batteri agli antibiotici rappresenta un problema di salute pubblica molto rilevante
Con antibiotico-resistenza si indica il processo naturale per cui i batteri divengono resistenti a quegli antibiotici che una volta erano in grado di sconfiggerli e con multi-resistenza la resistenza di un batterio a 4 o più farmaci appartenenti a classi diverse di antibiotici.
Gli agenti patogeni multiresistenti (MDRO ) come MRSA (Methicillin Resistant Staphylococcus Aureus), VRE (Vancomycin Resistant Enterococcus) o ESBL (Extended-Spectrum Beta-Lactamase) rappresentano un problema crescente a causa del grave impatto sui pazienti ospedalizzati. In particolare, i batteri resistenti agli antibiotici di ultima generazione limitano fortemente le opzioni di trattamento per i pazienti infetti.
Questi batteri possono addirittura diventare resistenti a tutti gli antibiotici esistenti, con la conseguente assenza di terapie efficaci. Da qui l’importanza (e l’urgenza) di contrastare l'emergere di nuovi ceppi batterici multi-resistenti, soprattutto negli ospedali
1. La resistenza antimicrobica è un problema globale?
Sì No
La risposta esatta è Sì . L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) indica l'antibiotico-resistenza come un problema globale per almeno 6 motivi: perché è causa di morte, perché ostacola il controllo delle malattie infettive, perché minaccia il ritorno a un’era “pre-antibiotica”, perché fa aumentare i costi dell’assistenza sanitaria, perché minaccia la sicurezza sanitaria, danneggia il commercio e le economie. È opportuno sottolineare che i batteri, anche quelli resistenti, non riconoscono confini geografici, né barriere di specie ed è per questo che il fenomeno dell’antibiotico-resistenza rappresenta una minaccia globale.
2. Le cause dell’antibiotico-resistenza sono dovute esclusivamente all'evoluzione dei microrganismi?
Sì No
La risposta esatta è No . Le cause dell’antibiotico-resistenza sono principalmente due: le pratiche cliniche (l’abuso di antibiotici e il loro uso inappropriato, ad esempio, nel corso degli anni hanno contribuito alla comparsa di batteri resistenti) e l’evoluzione dei microrganismi (i microrganismi sono costantemente sottoposti a minaccia di estinzione e per questo motivo, fisiologicamente, nel corso degli anni si sono modificati strutturalmente per poter sopravvivere. Inoltre, più vengono attaccati dai farmaci e maggiore è la loro evoluzione per riuscire a resistere).
3. Gli antibiotici sono efficaci contro i virus?
Sì No
La risposta esatta è No . Gli antibiotici sono farmaci utilizzati per trattare le infezioni batteriche. Sono di origine naturale (antibiotici) o di sintesi (chemioterapici). Sono farmaci efficaci esclusivamente sulle infezioni batteriche; il loro utilizzo è invece inopportuno per il trattamento di malattie causate da altri agenti infettivi (virus, funghi, protozoi), a meno che non sussista il rischio identificato da uno specialista che queste si complichino per il sovrapporsi di infezioni batteriche.
4. Esistono antisettici efficaci contro i batteri?
Sì No
La risposta esatta è Sì . L’emergere di ceppi resistenti ai disinfettanti da più tempo utilizzati, come la clorexidina, ed i possibili fenomeni di sensibilizzazione segnalati per la stessa clorexidina e per i preparati a base di iodio sono alla base di un diffuso allarme sulla sostenibilità nel tempo delle procedure di decontaminazione cutanea e delle mucose in soggetti ricoverati. La clorexidina (biguanide cationica) è un agente antibatterico (battericida e batteriostatico) di sintesi dall’ampio spettro d’azione largamente utilizzato per disinfettare cute e mucose orali sia nelle strutture ospedaliere che al domicilio. Tuttavia, diversi studi hanno osservato una crescente prevalenza di resistenze alla clorexidina , il che ha portato alcuni autori ad invocare modelli più selettivi di identificazione dei pazienti da decontaminare e ad auspicare di poter disporre di strategie di decontaminazione alternative. Uno studio caso-controllo pubblicato nel 2011 da Lee, et al. (Lee AS, Macedo-Vinas M, Francois P, et al. Impact of combined low-level mupirocin and genotypic chlorexidine resistance on persistent methicillin-resistant Staphylococcus Aureus carriage after decolonization therapy: a case-control study. Clin Infect Dis 2011; 52: 1422-30.), ad esempio, ha mostrato come una procedura universale comprendente l’impiego di bagni di clorexidina associati a mupirocina per via nasale portava alla selezione, in alcuni pazienti, di stafilococchi portatori di resistenza ad entrambi i disinfettanti.
5. Clorexidina, Iodopovidone e Poliesanide si equivalgono?
Sì No
La risposta esatta è No . La Poliesanide (PHMB ) - antisettico cationico ad ampio spettro costituito dalla ripetizione di monomeri dotati di carica positiva - si pone tra i più interessanti agenti candidati all’impiego in procedure di decontaminazione cutanea e delle mucose in soggetti ricoverati, specie per periodi prolungati, e in particolar modo se portatori di device vascolari periferici o centrali, di cateteri urinari e/o candidati a procedure invasive. Proprio l'elevato numero di cariche positive rende la Poliesanide capace di inibire la moltiplicazione dei patogeni già a basse concentrazioni (0,1%) senza creare tossicità, resistenze ed irritazioni cutanee. Test comparativi di biocompatibilità del PHMB (misurazione dell’attività di un agente antimicrobico in relazione alla sua citotossicità) ne hanno dimostrato la superiorità rispetto a clorexidina, iodopovidone, triclosan, argento e sulfadiazina (Koburger T, Huebner NO, Braun M, Siebert H, Kramer A. Standardized comparison of antiseptic efficacy of triclosan, PVP-iodine, octenidine dihydrochloride, polyhexanide and chlorhexidine digluconate. J Antimicrob Chemother 2010; 65 (8): 1712 19).
6. Gli MDRO sono in grado di colonizzare la cute?
Sì No
La risposta esatta è Sì . I microrganismi resistenti agli antibiotici (MDRO) come MRSA (Methicillin/ Multi-Resistant Staphylococcus Aureus), VRE (Vancomycin-Resistant Enterococci) e ESBL (Extended Spectrum Beta-Lactamase) sono batteri comuni che hanno sviluppato resistenza agli antibiotici e si trasmettono principalmente attraverso il contatto delle mani. Questi microrganismi colonizzano la cute e possono rappresentare un serio pericolo. È indispensabile evitare la colonizzazione per prevenire seri problemi di trasmissione delle infezioni, in particolare prima di interventi chirurgici, in pazienti cateterizzati o immunodepressi e per gli anziani che necessitano di speciali misure protettive e preventive nei confronti delle infezioni.
7. I soggetti MDRO positivi sono sempre infetti?
Sì No
La risposta esatta è No . La maggior parte dei soggetti MDRO-positivi sono semplicemente colonizzati e non infetti. In questi casi risulta utile ed efficace una misura di decolonizzazione attraverso l’utilizzo di prodotti efficaci come quelli della linea Prontoderm® , prodotti a base di poliesanide per la decontaminazione della cute, in particolare da patogeni multiresistenti.
8. La Poliesanide è disponibile solo come soluzione per la decolonizzazione della cute?
Sì No
La risposta esatta è No . Le forme farmaceutiche in cui la Poliesanide è disponibile sono varie: schiuma senza risciacquo per la decontaminazione/decolonizzazione di cute e cuoio capelluto, salviette monouso, senza risciacquo e riscaldabili al microonde indicate nella preparazione preoperatoria di cute e mucose, gel per la decontaminazione/decolonizzazione dei vestiboli nasali, collutorio per la mucosa orale indicato per la decolonizzazione del cavo orale e faringe dei soggetti anche sottoposti a radioterapia. Tutte queste formulazioni a base di Poliesanide sono indicate per la decolonizzazione da MDRO e per la preparazione preoperatoria dei soggetti sottoposti ad intervento chirurgico per ridurre il rischio di infezioni del sito chirurgico. Inoltre garantiscono un effetto residuo antibatterico di 24 ore. La Poliesanide allo 0,1%, in sinergia con la Propilbetaina allo 0,1%, ha dimostrato efficacia anche nel trattamento di diversi tipi di lesioni cutanee (riduzione carica microbica e riduzione del biofilm ).
9. Il trattamento di decolonizzazione preoperatoria del paziente è una strategia valida per prevenire le infezioni del sito chirurgico (SSI)?
Sì No
La risposta esatta è Sì . Alcune evidenze sostengono che l'impiego di strategie per la prevenzione delle infezioni, possono prevenire l'insorgenza delle SSI e, di conseguenza, risolverebbero anche il problema dell’antibiotico-resistenza. Uno studio ha valutato l'impatto di una soluzione antimicrobica per il trattamento di decolonizzazione del sito chirurgico a base di Poliesanide (Prontoderm® e ProntOral®) in soggetti sottoposti ad artroplastica dell'anca e del ginocchio. Il trattamento si è rivelato sicuro e dimostra che la Poliesanide riduce il tasso di infezione nei pazienti sottoposti ad artroplastica. Inoltre, la Poliesanide può contribuire ad una riduzione statisticamente significativa del tasso di SSI dovuta allo S. Aureus, anche nei centri che vantano già una bassa percentuale di SSI.
10. L'efficacia battericida è l'unica caratteristica innovativa dei prodotti a base di Poliesanide?
Sì No
La risposta esatta è No . La modalità di azione di Poliesanide può essere descritta come interazione non specifica con la parete cellulare batterica, che ne determina la disorganizzazione della struttura. In virtù di questo, prodotti a base di Poliesanide come quelli della linea Prontoderm® : sono efficaci nei confronti di organismi multiresistenti (MRSA, VRE, ESBL), creano una barriera antimicrobica sino a 24h, non necessitano di risciacquo e presentano elevata tollerabilità cutanea e biocompatibilità.
Prima della scoperta degli antibiotici migliaia di persone sono morte a causa di infezioni batteriche o contratte anche a seguito di un intervento chirurgico. Senza antibiotici potremmo tornare all'era pre-antibiotica.
Procedure mediche comuni come trapianti di organi, chemioterapia antitumorale, terapia intensiva e altre procedure mediche, incluse alcune cure odontoiatriche, non sarebbero più possibili. Le malattie batteriche si diffonderebbero e potrebbero non essere più curabili, neanche con antibiotici di ultima generazione e i pazienti morirebbero per un'infezione.
Mantenere efficaci gli antibiotici e affidarsi a loro anche in futuro è una responsabilità condivisa. Tutti siamo responsabili: pazienti, familiari, medici, infermieri, farmacisti, tutto il personale sanitario, veterinari, allevatori, agricoltori, gente comune.
Riferimenti
Giovanni Pomponio, "La decontaminazione cutanea e delle mucose con Poliesanide: una nuova arma per la prevenzione delle infezioni nosocomiali da agenti resistenti", Supplemento della rivista Alter Ego in medicina, Numero 1 - gennaio 2020
Ministero della Salute - Antibiotico-resistenza
AIFA - Uso degli antibiotici e antibiotico-resistenza
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