I dati degli studi clinici di Fase 3 sui vaccini a RNA messaggero ottenuti fino a novembre 2020 hanno mostrato un’efficacia del 94,1% per la prevenzione dell’infezione da SARS-CoV-2 a 14 giorni dopo la seconda dose del vaccino Moderna e del 95% a 7 giorni dopo la seconda dose del vaccino Pfizer. Alcuni ricercatori hanno analizzato i tassi di infezione da SARS-CoV-2 dopo la vaccinazione negli operatori sanitari in California, dimostrando come l’essersi sottoposti a vaccinazione abbia significativamente abbassato le positivizzazioni.
California, studio su casi infezione SARS-CoV-2 nei sanitari vaccinati
Da quando sono stati pubblicati i risultati degli studi di Fase 3 condotti sui vaccini è stato notato un aumento a livello nazionale della malattia da Covid-19 e sono emerse varianti SARS-CoV-2 aventi maggiore infettività, motivi per i quali, assieme all’efficacia e alla sicurezza dei vaccini, la Food and Drug Administration ha concesso negli Stati Uniti l’autorizzazione per l’uso di emergenza per questi due vaccini.
Dall’inizio della campagna di vaccinazione lo sviluppo di Covid-19 è stato segnalato in persone che hanno ricevuto una o entrambe le dosi di vaccino. Sia l’Università della California di San Diego che quella di Los Angeles hanno iniziato a vaccinare gli operatori sanitari il 16 dicembre 2020. Il 2 dicembre, oltre a definire una soglia bassa per i test delle persone sintomatiche, la sede di San Diego ha imposto agli operatori sanitari asintomatici di sottoporsi a tamponi nasali settimanali analizzati mediante reazione a catena della polimerasi (PCR).
Il 26 dicembre, la sede di Los Angeles ha istituito un programma di test facoltativo per gli operatori sanitari asintomatici, effettuato sempre mediante tamponi nasali analizzati con test PCR. Questo programma ha consentito una maggiore rilevazione delle infezioni asintomatiche SARS-CoV-2 dopo la vaccinazione.
Dal 16 dicembre 2020 al 9 febbraio 2021 hanno ricevuto la prima dose di vaccino un totale di 36.659 operatori sanitari, 28.184 (77%) dei quali hanno ricevuto la seconda dose. Tra gli operatori sanitari vaccinati, 379 sono risultati positivi per SARS-CoV-2 almeno 1 giorno dopo la vaccinazione e la maggioranza (71%) di questi è risultata positiva entro le prime 2 settimane dopo la prima dose.
Dopo aver ricevuto entrambe le dosi, 37 operatori sanitari sono risultati positivi; di questi, 22 hanno avuto risultati positivi al test da 1 a 7 giorni dopo la seconda dose. Solamente 8 operatori sanitari sono risultati positivi da 8 a 14 giorni dopo la seconda vaccinazione e 7 sono risultati positivi 15 o più giorni dopo la seconda vaccinazione. Al 9 febbraio 2021, un totale di 5455 operatori sanitari della sede di San Diego e 9535 di Los Angeles avevano ricevuto la seconda dose 2 o più settimane prima, con un conseguente tasso di positività dello 0,05%.
In questa coorte, il rischio assoluto di risultare positivi per SARS-CoV-2 dopo la vaccinazione è stato dell’1,19% tra gli operatori sanitari di San Diego e dello 0,97% tra quelli di Los Angeles e questi tassi sono superiori a quelli riportati negli studi dei vaccini prodotti da Pfizer e Moderna.
Le possibili spiegazioni per questo aumento del rischio includono la disponibilità di test regolari per persone asintomatiche e sintomatiche presso le istituzioni oggetto di studio, un aumento regionale delle infezioni nella California meridionale durante le campagne di vaccinazione e le differenze nelle caratteristiche demografiche tra i partecipanti alla sperimentazione e gli operatori sanitari nella coorte studiata.
Va inoltre notato come gli operatori sanitari sono più giovani e possiedono un rischio complessivo più elevato di esposizione al virus rispetto ai partecipanti agli studi clinici. Ciò che va notato è però la rarità di risultati positivi ai test 14 giorni dopo la somministrazione della seconda dose di vaccino.
Questo è un aspetto decisamente incoraggiante che suggerisce che l’efficacia di questi vaccini viene mantenuta al di fuori del contesto di sperimentazione. I dati ottenuti da questo studio sottolineano inoltre la fondamentale importanza rivestita dalle misure di contenimento del contagio (utilizzo della mascherina, distanziamento fisico, screening quotidiano dei sintomi e test regolari) che devono trovare luogo anche in ambienti con un’elevata incidenza di vaccinazioni fino al raggiungimento dell’immunità di gregge.
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