La richiesta di replica dell’infermiere ricorsista
Replica alle dichiarazioni dell'ex presidente di Opi Viterbo da parte dell'infermiere che ha presentato il ricorso.
Gentile direttore, le scrivo la presente lettera per intervenire nel dibattito, avviato sulle pagine della testata da lei diretta, in merito al commissariamento dell’Ordine provinciale degli infermieri di Viterbo ma premetto di farlo esclusivamente in conseguenza della (non richiesta) visibilità che è stata data, mio malgrado, all’intera vicenda.
Quando è in ballo la legalità di una procedura elettorale francamente è secondario chi abbia svolto il ruolo del cittadino (e, nel nostro caso, dell’iscritto) diligente. Nel dibattito democratico, infatti, le “regole del gioco” sono fondamentali e la loro cattiva applicazione è un problema da affrontare, nelle opportune sedi, come è stato fatto in questo caso.
Non avevo ambizioni di salire alle luci della ribalta ma, sia nella lettera a tutti i colleghi (che curiosamente a me non è stata inviata, nonostante la mia regolare iscrizione all’Ordine), sia nell’articolo giornalistico pubblicato dalla sua testata (si sottolinea che nella pubblicazione della notizia Nurse24.it aveva omesso di esplicitare il nome del ricorsista, ndr.), sono stato indicato quale protagonista di una vicenda della quale gli attori, e i veri protagonisti, sono altri.
Una volta però coinvolto nel dibattito non me ne voglio sottrarre, condividendo con lei e i suoi lettori alcune considerazioni.
Innanzitutto, è un dato di fatto che i ricorsi elettorali risultino spesso perdenti; questo in quanto gli organi giudicanti tentano sempre, giustamente, di salvaguardare gli esiti delle urne rispetto a possibili lacune formali.
Proprio per questa ragione la mia iniziativa, apprezzata fin da subito da molti colleghi, alla fine non è stata seguita da nessuno, probabilmente perché considerata velleitaria. L’esito della decisione ha però dimostrato il contrario; questo significa che chi è stato chiamato a giudicare non ha potuto non constatare la fondatezza delle critiche e le gravi anomalie che ormai risultano giudizialmente accertate.
Segnalo che nel titolo del suo giornale ancora si parla di “presunte inesattezze”, ma in realtà tali presunzioni sono state oggetto di accertamento da un organo giudicante che - come ha dichiarato anche l’ormai ex Presidente - è composto da qualificati membri “del Comitato Nazionale e della Fnopi che hanno redatto il Regolamento” pertanto da chi conosce bene le regole che avrebbero dovuto essere applicate così come conosce bene quelle che sono state violate.
L’ex Presidente commissariato, nella sua intervista, si scaglia un po’ contro tutti, critica una decisione che è frutto di un iter molto lungo - e quindi non assunta frettolosamente - alla quale riserva confuse valutazioni di illogicità.
In realtà, il documento appare meditato ed articolato, soprattutto evidenzia una incertezza nella tutela dei diritti e nell’affidabilità del risultato finale, entrambi aspetti importantissimi nell’ambito di una procedura elettorale.
La decisione, poi, giudica gli atti e i comportamenti amministrativi e non le persone, pertanto, il nervosismo che emerge dalla reazione dell’ex Presidente appare del tutto ingiustificato. Certo è comprensibile che non faccia piacere a nessuno essere commissariati, ma è alquanto curioso scagliarsi contro chi ha criticato l’operato della Commissione elettorale, soprattutto dopo che un organo terzo ha sanzionato quella stessa Commissione annullandone l’operato.
A proposito di terzietà, giova rammentare che anche la Commissione elettorale - al pari dell’organo chiamato a decidere - è un soggetto terzo che non dovrebbe essere soggetto né a critica, né a difesa.
Fossi l’ex Presidente, se proprio dovessi schierarmi, sarei anche io piuttosto critico nei confronti di un organo che non ha saputo correttamente sancire l’esito delle elezioni che mi hanno visto vincitore, soprattutto innanzi alla censura che colpisce la certezza dell’esito elettorale e accerta delle anomalie tecniche, imperdonabili nel mondo odierno che considera l’informatica una scienza pressoché esatta.
A beneficio dei lettori, e di tutte le persone che per ovvie ragioni non conoscono il complesso meccanismo elettorale di uno specifico Ordine professionale, desidero semplificare e riassumere la questione: un Organismo di livello nazionale, equiparato ad un giudice, ha sentenziato accertando gravi irregolarità all’interno di un procedimento elettorale di un ente pubblico come l’Ordine degli Infermieri della nostra Provincia, annullando le elezioni del 2020 e mandando a casa i vertici che, nonostante tutto, hanno governato per oltre tre anni.
In particolare, la decisione, finalmente pubblicata sul sito dell’Opi di Viterbo (pagina 6, capoverso 6) sancisce che Nel caso di specie, le singole irregolarità denunciate, valutate complessivamente, hanno fatto emergere un contesto nel quale non si rinviene altra plausibile spiegazione alle anomalie riscontrate che nella tenuta di comportamenti illeciti nel corso delle operazioni elettorali (…) .
Chi ha presentato il ricorso ha solo svolto il proprio ruolo di buon cittadino (oltre che di iscritto all’Ordine degli infermieri), nell’intento di assicurare tutela alla procedura elettorale. I giudici gli hanno dato ragione e, di norma, le sentenze si rispettano.
Michele Aloi | Infermiere
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