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DanzamovimentoTerapia Espressivo-Relazionale, un viaggio nelle competenze relazionali

di Sara Di Santo

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A Torino gli studenti infermieri hanno sperimentato un laboratorio di esercizio corporeo per imparare ad essere “presenti” nella relazione con l’altro

Le competenze relazionali sono una componente fondamentale della professione infermieristica e l’Università degli Studi di Torino ha aperto una strada innovativa nella formazione degli studenti infermieri, dando loro l’opportunità di confrontarsi con un percorso esperienziale di lavoro corporeo volto proprio al potenziamento delle attitudini relazionali.

La DanzamovimentoTerapia Espressivo-Relazionale (Dmt-ER), sistematizzata negli anni novanta da Vincenzo Bellia, inserendo il movimento corporeo e la creatività della danza all’interno di processi interpersonali, promuove l’integrazione fisica, emotiva, cognitiva e affettivo-relazionale della persona.

Sulla scia delle intuizioni di Marian Chace, la prima danzaterapeuta, la Dmt-ER si basa sull’assunto che la strada per scoprire sé stessi passi sempre dall’altro e, imbastendo connessioni ed interazioni, promuove un approccio ludico e creativo fra le persone che hanno l’occasione di focalizzarsi sui propri movimenti e di scoprire cosa significhino, per sé e per l’altro.

Dalla collaborazione fra Vincenzo Bellia, Valerio Dimonte ed Eugenia Malinverni, presso l’Università degli Studi di Torino è nata l’opportunità formativa per gli studenti infermieri di sperimentare e sperimentarsi con la psicomotricità.

Il laboratorio sulla DanzamovimentoTerapia-Espressivo Relazionale ha offerto agli studenti infermieri uno spazio di riflessione sulla relazione di aiuto e sul Caring, con una filosofia di gradualità dell’esperienza e rispetto dei limiti, accompagnandoli nell’assunzione di un approccio non giudicante né interpretativo, ma aperto a ciò che è “altro-da-sé”.

La danza e, con essa, il ritmo sono in grado di fare delle sfere biologica, psichica e relazionale un tessuto dalla trama fortemente dinamica, convogliando il tutto all’interno di una intenzionalità simbolico-rappresentativa, più o meno consapevole, ma indubbiamente connotata da una forte carica di relazionalità d’origine ancestrale.

Danzare attraversando stili diversi e differenti culture umane sul corpo è un gioco di relazioni; grazie al laboratorio di Dmt-ER gli studenti di infermieristica sono potuti entrare in contatto con:

  • la capacità di entrare e “stare nella relazione” per mezzo dell’ascolto attivo e del contatto visivo prima ancora di quello fisico;
  • la capacità di creare una relazione di fiducia su triplice scala: personale, in coppia e in gruppo;
  • la consapevolezza dei limiti e delle potenzialità che il corpo di ciascuno possiede, nello spazio e nelle relazioni;
  • la capacità di narrare e descrivere le esperienze vissute.


L’obiettivo è quello di preparare i futuri professionisti dell’assistenza a gestire l’aspetto più delicato nei contesti di cura, perché il meno generalizzabile: il sistema complesso per eccellenza, la persona. Quella assistita e quella che assiste.

Educare gli studenti infermieri, complice l’aspetto ludico-artistico della danza, ad affrontare i propri imbarazzi, a guardare oltre gli scetticismi e le soggezioni, a mettere in gioco sé stessi liberando le energie fisiche ed emotive per tendere all’empatia, significa seminare le basi dell’etica sanitaria, significa preparare quelli che un domani saranno dei professionisti affrancati dal pregiudizio, infermieri predisposti all’ascolto, in grado di “sentire” quanto possa essere tangibile anche qualcosa di immateriale come uno sguardo e quanto i corpi parlino e abbiano bisogno di essere ascoltati.

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