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Intramoenia infermieri, da FdI una nuova proposta di legge

di Redazione

In Italia oltre 900mila famiglie hanno bisogno di assistenza sanitaria intramuraria. Al momento il SSN consente alla dirigenza sanitaria medica e veterinaria di esercitare la libera professione intramoenia. Con questa proposta di legge chiediamo che questa possibilità sia aperta a tutte le professioni sanitarie e l'abbiamo estesa anche al comparto militare. Così il senatore di Fratelli d’Italia, Marco Silvestroni, durante la conferenza stampa di presentazione del ddl in merito alla libera professione intramuraria per le professioni sanitarie.

Libera professione intramuraria, Silvestroni (FdI): Ssn va modernizzato

Un momento della conferenza stampa di presentazione del disegno di legge FdI in merito alla libera professione intramuraria per le professioni sanitarie

Il nostro servizio sanitario nazionale necessita di una modernizzazione che riporti l'ambito ospedaliero alla sua vocazione di risposta a specifici bisogni dei cittadini e, in quest’ottica, è necessaria un'assistenza territoriale capillare ed estesa con presìdi sanitari e socio-sanitari quanto più prossimi ai cittadini.

Un ammodernamento in cui il ruolo dell'assistenza infermieristica è essenziale, tanto in ospedale quanto sul territorio.

Motivo per cui è necessario consentire all'infermiere sia il diritto ad esercitare la libera professione - come già avviene, seppur con modalità da migliorare e valorizzare - sia come dipendente del servizio sanitario nazionale, al pari dei profili professionali della dirigenza sanitaria. Ed è su questo aspetto che vogliamo intervenire con questa proposta di legge.

A dichiararlo, il senatore di Fratelli d’Italia, Marco Silvestroni, durante la conferenza stampa di presentazione del disegno di legge in merito alla libera professione intramuraria per le professioni sanitarie, svoltasi a Roma il 25 luglio, una manciata di giorni dopo la diramazione del documento redatto dalla Commissione Salute contenente i chiarimenti sull'applicazione della deroga al vincolo di esclusività introdotta dal Dl 34/2023 (Decreto Bollette).

Oggi, infatti, il nostro ordinamento consente solo ad alcuni dipendenti del servizio sanitario nazionale, appartenenti alla dirigenza sanitaria, medica e veterinaria, di esercitare l'opzione libero professionale intramoenia, mentre sarebbe fondamentale che il personale che esercita le professioni sanitarie, operante con rapporto di lavoro a tempo pieno e indeterminato nelle strutture pubbliche regionali, possa esercitare attività libero-professionale, al di fuori dell'orario di servizio, anche singolarmente all'interno dell'Azienda e in forma intramuraria allargata, presso le Aziende sanitarie locali, gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) e gli altri enti equiparati, conclude Silvestroni.

È necessario consentire all'infermiere il diritto ad esercitare la libera professione anche come dipendente del servizio sanitario nazionale, al pari dei profili professionali della dirigenza sanitaria

Ad oggi - si legge nella proposta di legge d'iniziativa dei senatori Silvestroni e Zullo (FdI) - si registra l’assenza di norme che consentano al personale delle professioni sanitarie, come accade per i medici, di svolgere attività libero-professionali a latere del loro rapporto di lavoro in qualità di dipendenti della pubblica amministrazione.

Questa peculiare condizione ha dato vita ad un mercato di prestazioni sanitarie per buona parte sommerso, destinato a crescere sempre più a causa delle cronicità in costante aumento, della domanda che proviene dalle famiglie con una persona non autosufficiente a carico (920.000) e a causa dei 2,5 milioni di famiglie con minori (delle quali, 720.000 con bambini da 0 a 3 anni). Una vasta platea di utenti che si avvale, in primis, degli infermieri, ma anche di altri professionisti sanitari non medici.

Queste prestazioni, secondo uno studio sulla materia dell’anno 2017 (fonte FNOPI/CENSIS/ISTAT) sono costate agli italiani 6,2 miliardi di euro in un solo anno, registrando un mercato sommerso rilevante (quasi il 50% degli acquirenti ha dichiarato di aver pagato in nero). Ma non è tutto, visto che le preferenze dei pazienti sono andate, nella maggior parte dei casi, verso l’infermiere pubblico (30,4%) un professionista che ispira fiducia all’84,7% degli italiani.

C’è quindi da chiedersi - continuano i senatori FdI - per quale ragione non consentire agli infermieri e agli altri professionisti non medici di esercitare la libera professione onde evitare, tra l’altro, che ci si imbatta in chi esercita abusivamente. Da qui la nascita del ddl in oggetto, che estende la possibilità aria di esercitare la libera professione intramoenia anche al comparto militare, coinvolgendo il personale sanitario dell'Esercito Italiano, della Marina Militare, dell'Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza e dell'Aeronautica Militare.

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