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Infermiera Bonino condannata all'ergastolo

di Redazione

Il Giudice dell'udienza preliminare (GUP) del Tribunale di Livorno ha condannato all'ergastolo Fausta Bonino, l'infermiera accusata dalla Procura di omicidio volontario plurimo e aggravato per quattro morti sospette di pazienti avvenute nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Piombino (Livorno) tra il settembre del 2014 e il settembre del 2015, in cui è stata accertata la sua presenza al lavoro.

Ergastolo per Fausta Bonino

fausta bonino piombino

Fausta Bonino (foto La Repubblica)

Bonino è stata assolta per gli altri sei casi perché il fatto non sussiste; assolta anche per il reato di abuso di ufficio. L'imputata, che era accusata di dieci casi di morti sospette, era in aula al momento della lettura della sentenza, che è arrivata dopo cinque ore di camera di consiglio. Il pm di Livorno, Massimo Mannucci, nel corso della prima udienza del processo con rito abbreviato, aveva chiesto la condanna all'ergastolo.

Le accuse della Procura di Livorno l’infermiera avrebbe pianificato la morte di pazienti in precarie condizioni nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Piombino con la la soministrazione di farmaci anticoagulanti.

All’inizio i sospetti si erano concentrati su 14 decessi, ma quattro casi sono stati archiviati. Per gli altri dieci, invece, emergerebbe un nesso tra l’iniezione di eparina, la presenza di Fausta Bonino in turno e le morti dei pazienti, avvenute poche ore dopo la somministrazione.

Le morti dei pazienti sono avvenute tutte tra il 2014 e il 2015. Il 20 aprile 2016 il Tribunale del Riesame di Firenze annullò l'ordinanza di custodia in carcere e Fausta Bonino venne rimessa in libertàL'infermiera si è sempre dichiarata innocente. Tanto che lo stesso avvocato aveva dichiarato: In giro c'è ancora il killer.

Non è giusto, non ho fatto nulla. Così, parlando in lacrime, Fausta Bonino all'uscita dall'aula del tribunale dopo aver ascoltato la sentenza di condanna all'ergastolo per le morti in sospette in corsia all'ospedale di Piombino. La donna era accompagnata dal marito e da uno dei due figli.

Naturalmente faremo ricorso è il commento dell'avvocato Cesarina Barghini, difensore di Fausta Bonino, dopo la sentenza. Il legale ha dichiarato di voler attendere le motivazioni per comprendere "il frazionamento" dei casi oggetto della sentenza del giudice.

La vicenda giudiziaria è iniziata il 30 marzo 2016, quando di fronte ad una lunga serie di morti in corsia poco chiare nell'ospedale di Piombino l'infermiera viene arrestata dai carabinieri dei Nas: inizialmente fu accusata di aver causato il decesso di tredici pazienti ricoverati (successivamente scese a dieci). Un mese dopo, il 20 aprile 2016, il Tribunale del Riesame di Firenze annullò l'ordinanza di custodia in carcere e Fausta Bonino venne scarcerata.

Il 1 giugno 2018 la Procura della Repubblica di Livorno ha chiuso le indagini e per Fausta Bonino è stato chiesto il rinvio a giudizio per omicidio volontario plurimo aggravato.

Per il pubblico ministero che ha coordinato le indagini ad essere coinvolto nell'inchiesta è anche Michele Casalis, 52 anni, primario del reparto di rianimazione dell'ospedale Villamarina, a sua volta indagato per omicidio colposo poichè non avrebbe vigilato adeguatamente sul'operato dell'infermiera indagata.

Lo scorso 18 gennaio il gup del Tribunale di Livorno, nell'accogliere la richiesta di giudizio abbreviato per l'infermiera, aveva deciso invece il rinvio a giudizio per Michele Casalis, primario del reparto di rianimazione di Piombino. Per il medico il capo d'imputazione è omicidio colposo plurimo: a lui, che per l'accusa non avrebbe vigilato sul rispetto dei protocolli terapeutici, vengono contestate negligenza, imperizia e violazione dei protocolli terapeutici. La prima udienza del processo per il medico è fissata per il prossimo 9 settembre.

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