La distimia, secondo la classificazione internazionale nel DSM-5 Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, è un disturbo depressivo persistente. Il termine fu coniato soltanto nel 1970 dal dottor Robert Spitzer per descrivere quella che prima era chiamata “personalità depressiva”. Detta anche disordine distimico o depressione neurotica, è un disturbo dell'umore che resta equilibrato nel tempo e persiste per almeno due anni.
Che cos’è la distimia
La distimia è uno stato di depressione, in forma cronica e continua, considerato più lieve e di minor gravità ma di durata più prolungata rispetto alla depressione maggiore. È una patologia psichiatrica che colpisce maggiormente persone tra i 18 e i 45 anni ma non è infrequente nei bambini e negli adolescenti. Generalmente compare dopo uno o più episodi di depressione maggiore. Secondo i dati epidemiologici, di distimia ne soffrono ogni anno circa 105 milioni di persone, l'1,5% della popolazione mondiale, soprattutto femminile.
I dati della letteratura non evidenziano una eziologia nota, tuttavia si ritiene che ci siano molteplici cause biologiche, psicologiche e sociali che possono favorire l'insorgere della distimia. Tratti biologici peculiari a livello neurocellulare, la chimica cerebrale e il ruolo svolto dai neurotrasmettitori nel mantenimento di un umore stabile, tratti ereditari genetici, eventi stressanti e drammatici della vita possono essere causa di un disordine distimico.
Il riconoscimento e la diagnosi del disturbo distimico possono essere tardivi, perché i sintomi sono lievi e pertanto considerati con leggerezza e minimizzati: il soggetto distimico tende a pensare che il malessere sia parte del suo carattere, familiari ed amici ritengono invece che il soggetto sia “un inguaribile pessimista ed insicuro”. A differenza della depressione maggiore – che si manifesta con sintomi molto più gravi, ma che si risolvono in un arco di tempo più breve per poi eventualmente ripresentarsi – chi soffre di distimia ha sintomi quasi tutti i giorni, la maggior parte del giorno, da almeno due anni.
Sintomi tipici di distimia
La sintomatologia tipica di distimia è caratterizzata da una bassa autostima ossia da sentimenti di insicurezza, inadeguatezza, inefficienza, autosvalutazione. Si ha difficoltà di concentrazione e di prendere decisioni. Sconforto ed irritabilità, tristezza e disperazione, pessimismo sono cronici.
Il disturbo si accompagna spesso ad insonnia o ipersonnia, ossia si dorme meno o più del solito, affaticabilità e scarsa energia, inappetenza o iperfagia. Alla distimia possono associarsi altri disturbi e complicanze come l'ansia, l'abuso di sostanze, disturbi alimentari, disturbi di personalità. Tutte le espressioni patologiche della distimia possono variare in termini di intensità, ma sono sempre presenti.
Un'attenzione particolare deve essere posta verso la distimia che colpisce il bambino perché si associa in genere ad altri disturbi dell'umore coma la sindrome da deficit di attenzione e iperattività, i disturbi d'ansia e i disturbi del comportamento e dell'apprendimento.
Le classiche espressioni patologiche del bambino distimico sono asocialità e tendenza alla solitudine, scarsa autostima, visione pessimistica, scarso rendimento scolastico, irritabilità e problemi comportamentali.
Diagnosi di distimia
Se la distimia non viene riconosciuta e trattata può cronicizzare in maniera importante con conseguenze devastanti sulla qualità di vita, sulla compromissione delle relazioni sociali e sull'attività lavorativa e scolastica. Possono emergere grandi difficoltà relazionali e conflitti familiari, che possono portare all'isolamento sociale, pensieri e comportamenti autolesivi e suicidari, disordini di personalità e altri disturbi mentali.
La diagnosi di distimia richiede una accurata valutazione psicologica e una attenta valutazione dello stato di salute generale. Test di laboratorio come gli esami ematochimici e gli esami della tiroide sono indicativi, perché sembra esserci un legame tra la tiroide, la vitamina D e i disturbi dell'umore.
L'accertamento psicologico è importante per ricercare e stabilire l'esatta malattia mentale in atto e consiste in una serie di appropriate domande finalizzate a decifrare i sentimenti, i pensieri e i disturbi dell'umore del paziente.
Trattamento della distimia
Il trattamento della distimia consiste in una psicoterapia adeguata e una terapia farmacologica a base di antidepressivi. L'esito dei risultati attesi, per una guarigione o un miglioramento della sintomatologia, dipende strettamente dalla collaborazione del paziente.
Le evidenze scientifiche hanno dimostrato che la Terapia Cognitivo–Comportamentale ha una buona efficacia nel trattamento della distimia. Si tratta di una psicoterapia che aiuta a prendere progressivamente consapevolezza dei motivi della propria svalutazione, a liberarsene e ad acquisire schemi di pensiero, emotivi e comportamentali più funzionali. La psicoeducazione permette di riconoscere e dominare i pensieri distorti tipici della distimia.
La combinazione della psicoterapia con la terapia farmacologia è ritenuta molto efficace. I farmaci antidepressivi più comunemente prescritti sono gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (paroxetina, fluvoxamina, fluoxetina), gli inibitori della ricaptazione della serotonina e della norepinefrina (duloxetina, venlafaxina), gli antidepressivi triciclici (clomipramina, imipramina).
Pianificare la giornata evitando i momenti morti che portano a soffermarsi sui pensieri distorti, non prendere decisioni importanti nei momenti in cui ci si sente giù di morale, stabilire obiettivi per avere motivazione, curare i sentimenti, mangiare sano, non isolarsi, iscriversi ad un gruppo di supporto che aiuta ad aprirsi agli altri distici o ex distimici possono essere dei validi consigli da seguire durante il trattamento. La prevenzione è purtroppo impossibile per l'eziologia scarsamente nota.
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