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COVID-19

La pandemia ombra e la strategia Oms 2022-2023

di Monica Vaccaretti

È una pandemia ombra. Così è stata definita dall'Oms la pandemia da Long Covid, ufficialmente riconosciuta come “post Covid-19 condition”. Secondo Hans Kluge, direttore dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per la regione europea, a causa della continua evoluzione del coronavirus si stanno verificando troppe reinfezioni e ognuna potrebbe portare al Long Covid, una condizione di persistenza di segni e sintomi che continuano o si sviluppano oltre le 12 settimane dal termine della fase più acuta o grave della malattia.

Studi recenti confermano che colpisce un terzo dei contagiati

Tosse persistente, difficoltà a respirare, stanchezza eccessiva, fatica persistente e debolezza muscolare sono i sintomi più comuni associati al Covid a guarigione avvenuta. Si assiste ad un peggioramento dello stato di salute percepito. Sintomi respiratori – dispnea, tosse e diminuzione della capacità di espansione della gabbia toracica – e sintomi cardiovascolari – senso di oppressione e dolore al petto, tachicardia e palpitazioni al minimo sforzo, aritmie e variazioni della pressione arteriosa – possono prolungarsi nel tempo.

Si stima che soltanto in Gran Bretagna, dove si sta facendo dilagare il virus incontrollato, circa 2 milioni di persone - cioè il 3% della popolazione - soffrano da tempo di Covid. Si registrano 80.000 persone non più abili al lavoro a causa del Long Covid: esse rappresentano un costo umano ed economico inaccettabile ed insostenibile a lungo termine.

L'Oms ritiene che per affrontare l'ombra lunga del Covid occorre riconoscere, innanzitutto, il problema ed investire sulla ricerca. Esorta che sarebbe auspicabile evitare contagi ripetuti perché ogni volta che ci si infetta si aumenta il rischio di sviluppare il Long Covid. Sostiene che è necessario fare molto di più per stabilire le best practice per il rilevamento di questi casi, il trattamento e la riabilitazione dei pazienti che ne soffrono. La miglior pratica deve essere implementata per seguire i pazienti in fase post acuta.

Poiché preoccupano l'aumento dei casi e le morti inaccettabilmente alte durante l'estate, gli esperti Oms raccomandano di prepararsi ad affrontare adeguatamente la stagione autunnale in cui è prevedibile l'aumento della circolazione del virus, con conseguente aumento dei ricoveri e dei morti. L'Oms denuncia che il Covid-19 non è affatto finito e che il virus sta circolando liberamente.

I Paesi non stanno gestendo efficacemente il carico di malattia in base alle loro capacità, sia in termini di ospedalizzazione dei casi acuti sia in termini di numero crescente di persone con Long Covid. L'Oms esorta pertanto i Governi a rivedere ed adattare regolarmente i loro piani di risposta in base all'epidemiologia attuale e anche alla possibilità che appaiono nuove varianti.

Strategy considerations for severe acute respiratory syndrome coronavirus 2 (Sars-CoV-2) and other respiratory viruses in the WHO European Region during autumn and winter 2022/23. È il documento pragmatico sulle considerazioni strategiche per la sindrome respiratoria acuta da Sars-CoV-2 e altri virus respiratori nella regione europea durante l'autunno e l'inverno 2022/23, elaborato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità in cui si forniscono indicazioni precise su come affrontare la prossima stagione fredda quando per la riapertura delle scuole e per lo spostamento della socializzazione al chiuso ci sarà un significativo aumento di infezioni, ricoveri e decessi.

Alla luce dell'ondata estiva che sta investendo l'Europa, l'Oms ritiene che aspettare l'autunno per mettere in pratica le misure anti covid sarà troppo tardi, considerando che ci sarà certamente un significativo ritorno della malattia. Pertanto, si legge nel documento, si impone la messa in atto di misure specifiche come l'aumento delle coperture vaccinali nella popolazione generale, la somministrazione della quarta dose alle categorie a rischio dopo tre mesi dall'ultima iniezione, la promozione dell'uso della mascherina nei luoghi chiusi, la ventilazione degli spazi pubblici come le scuole e l'utilizzo tempestivo di tutte le armi terapeutiche disponibili come gli antivirali. Al fine di prevenire la sofferenza dei sistemi sanitari, già duramente e lungamente provati dallo stress emergenziale continuo, il documento consiglia di assumere, anche con forme flessibili, nuovo personale e di prestare attenzione al long Covid che potrebbe avere un forte impatto sui servizi sanitari.

Vedremo continue ondate di infezione ma abbiamo bisogno di non vedere continue ondate di ospedalizzazione e morte. Abbiamo gli strumenti per salvare vite umane: vaccini, test, terapie e strumenti di salute pubblica, ha dichiarato il Direttore Generale dell'Oms. Gli attuali vaccini rimangono altamente efficaci contro malattie gravi e morte. L'obiettivo in ogni Paese deve essere quello di vaccinare tutti gli operatori sanitari, le persone anziane e tutte le persone a maggior rischio. Poi avremo bisogno di più vaccini che proteggano meglio dall'infezione. E se e quando li avremo, non possiamo permetterci la stessa orribile iniquità che ha macchiato il lancio dei vaccini l'anno scorso.

C'è una grande disconnessione nella percezione del rischio tra le comunità scientifiche, i leader politici e le persone in generale. Questa è una doppia sfida: comunicare il rischio e creare nella comunità fiducia verso gli strumenti sanitari e le misure sociali di salute pubblica, ha ammonito il Direttore Generale dell'Oms. Mentre il virus spinge, dobbiamo respingerlo. Secondo Tedros Ghebreyesus i Governi devono implementare misure collaudate come mascherine, ventilazione e protocolli di test e trattamento. In particolare, dovrebbero lavorare per invertire la riduzione della sorveglianza, dei test e del sequenziamento virale e condividere efficacemente gli antivirali.

Il virus resta un'emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale. Pertanto, non è giustificabile che la sorveglianza si sia ridotta in modo significativo in tutto il mondo. Questo approccio sta rendendo sempre più difficile valutare l'impatto delle varianti sulla trasmissione, le caratteristiche della malattia e l'efficacia delle contromisure. E non è ammissibile che la diagnostica, i trattamenti e i vaccini non vengono implementati in modo efficace.

L'impatto di Covid-19 nell'autunno-inverno 2022-23 dipende in larga misura dalla prossima campagna di vaccinazione. Lo sostiene l'Oms che ha pubblicato le raccomandazioni aggiornate sulle iniezioni, anche sulla quarta dose, basate su una revisione dello stato vaccinale degli europei, dell'efficacia del vaccino e dell'epidemiologia attuale.

Infermiere

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