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Salute

Xerosi oculare, la sindrome dell'occhio secco

di Monica Vaccaretti

Per i disturbi che può causare a livello dell'occhio, la xerosi oculare è la forma più grave della tipica secchezza che generalmente colpisce la pelle ma che può interessare anche le mucose (nasale, orale e oculare). Nota anche come sindrome dell'occhio secco, la cheratocongiuntivite secca è una patologia degenerativa della congiuntiva caratterizzata da una cheratinizzazione superficiale che la rende bianca e secca. La congiuntiva così non secerne muco e le lacrime non sono in grado di mantenere una certa umidità.

Cause di xerosi oculare

xerosi oculare

La terapia per la xerosi oculare include idratazione e lubrificazione attraverso stimolazione delle lacrime, uso di lacrime artificiali e di lubrificanti.

L'occhio tende progressivamente a seccarsi a causa di una ridotta ed insufficiente lacrimazione ossia dalla scarsità della pellicola acquosa.

La secchezza, che è evidenza clinica di carenza di vitamina A, può essere favorita anche da alterazioni delle ghiandole lacrimali, anormalità della superficie delle palpebre o da anormalità epiteliali legate a malattie sistemiche, come la sarcoidosi, il lupus eritematoso, il diabete e la Sindrome di Sjögren.

Altre cause possono essere infezioni batteriche, disturbi della ghiandola tiroide, sclerodermia, traumi e pregressi interventi chirurgici agli occhi. Inquinamento ambientale, invecchiamento, fumo ed assunzioni di determinati tipi di farmaci sono i principali fattori di rischio.

Come si tratta la sindrome dell’occhio secco

Il trattamento della sindrome dell'occhio secco dipende dall'aderenza del paziente al regime terapeutico poiché la condizione è un problema a lungo termine e una completa eliminazione dei sintomi è improbabile.

La terapia include idratazione e lubrificazione attraverso stimolazione delle lacrime, uso di lacrime artificiali e di lubrificanti, preservazione delle lacrime, preservazione di una superficie oculare umida e l'uso di farmaci antinfiammatori.

Il regime abituale consiste nell'instillazione di lacrime artificiali durante il giorno e nell'uso di una pomata oftalmica durante la notte. Poiché i pazienti possono diventare ipersensibili a sostanze chimiche preservanti come il cloruro di benzalconio, occorre avere cura di usare soluzioni oftalmiche prive di farmaci preventivi. Il trattamento include anche il contemporaneo trattamento di infezioni come la blefarite cronica, l'acne rosacea e il trattamento della malattia sistemica sottostante, come la sindrome di Sjögren.

In casi avanzati sono opzionali il trattamento chirurgico che include l'occlusione (a breve termine e permanente) di un punto, procedure di innesto e la tarsorrafia laterale (unire i bordi delle palpebre).

L'occlusione permanente viene eseguita solo in casi gravi tra gli adulti che non sviluppano lacrimazione dopo una iniziale occlusione e che hanno continuamente un test di Schirmer con valori di 2 mm o meno.

Altri accorgimenti utili sono un aumento dello sbattere degli occhi come attività intenzionale che riduce l'esposizione della superficie oculare. L'uso di occhiali appositamente ideati con pannelli laterali contenenti spugne inumidite previene l'evaporazione delle lacrime.

Per mantenere la stabilità delle lacrime ci sono nuovi preparati di lacrime artificiali che contengono acido ialuronico e metilcellulosa ad alta viscosità. Si tratta di preparazioni con agenti viscoelastici che rendono le lacrime un sostituto della mucina.

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