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Novità concorsi pubblici, sindacati: no a stretta su idonei

di Redazione

Pubblico Impiego

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Riduzione del numero degli idonei nei concorsi pubblici (entro il 20% del numero di posti messi a bando) e inibita a tutte le Pubbliche Amministrazioni la possibilità di attingere per le assunzioni alle graduatorie di altri Enti. Sono le due criticità che Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl leggono nelle modifiche proposte nel corso dell’iter di conversione in legge del D.L. 22 aprile 2023, n. 44, nel passaggio alla Camera. Un provvedimento grave e preoccupante per un Sistema Sanitario Nazionale che necessita di un sostanzioso potenziamento di organico e che i sindacati chiedono al Legislatore di non confermare nel passaggio al Senato.

Cisl Fp, superare vincoli scorrimento graduatorie e aprire confronto

Nel corso dell’iter di conversione in legge del D. L. 22 aprile 2023, n. 44, nel passaggio alla Camera - scrivono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl in una nota congiunta - è stato introdotto l’articolo 1-bis che, in modifica del comma 5-ter dell’articolo 35 del D.lgs. 165/2001, introduce il seguente periodo:

Se tale modifica dovesse essere approvata anche in Senato non solo verrà sancita la drastica riduzione del numero degli idonei - continua la nota - circoscrivendola entro il 20% del numero di posti messi a concorso e limitato lo scorrimento delle graduatorie solo ai casi di rinuncia all’assunzione o di dimissioni del dipendente ma, di fatto, verrà inibita a tutte le Pubbliche Amministrazioni anche la possibilità di poter attingere per le assunzioni alle graduatorie di altri Enti.

Il provvedimento del Governo sul rafforzamento della capacità amministrativa delle Pa, offre una prima risposta, seppure parziale, ai fabbisogni di personale. Tuttavia, si profila una modifica che limita lo scorrimento delle graduatorie dei concorsi pubblici, per le pubbliche amministrazioni, considerando idonei i candidati collocati nella graduatoria finale entro il 20% dei posti successivi all'ultimo di quelli banditi. Una misura che rischia di ostacolare il necessario turnover della forza lavoro in tutte le Pa, a cominciare dagli enti locali e alle aziende del servizio sanitario regionale.

La necessità di colmare i fabbisogni di personale resta un aspetto fondamentale per il rafforzamento della capacità amministrativa, che va rilanciato all'attenzione del Governo e del Parlamento, insieme al superamento ai limiti della spesa potenziale del personale, ai tetti imposti dall'art. 23, comma 2, del D. Lgs 75/2017, sia pure con le positive novità introdotte con la legge di bilancio per il 2022, e alla grave problematica degli enti in dissesto ed in predissesto.

Su tutti questi argomenti chiediamo di avviare un confronto con le organizzazioni sindacali più rappresentative per individuare un percorso di cambiamento legislativo utile a valorizzare le risorse umane, con l'obiettivo di assicurare la continuità dei servizi pubblici e garantire l'innovazione delle Pa.

Tenuto conto delle lungaggini nell'espletamento dei concorsi pubblici, una norma simile, secondo i sindacati, se confermata in Legge, determinerà conseguenze pesantissime per tutti gli Enti della P. A. ed in particolare per le Aziende e gli Enti del SSN i quali, già in stato di grave e certificata carenza di organico di personale, non potendo attingere alle graduatorie di merito già disponibili a livello nazionale, saranno costrette ad avviare nuovi concorsi con serio pregiudizio sia per i tempi di erogazione dei LEA, sia per l’inutile aumento dei costi a carico delle stesse Amministrazioni.

Questo provvedimento - ribadisce la nota congiunta indirizzata a Governo e Regioni - sarebbe a maggior ragione grave e preoccupante per un Sistema Sanitario Nazionale che necessita di un sostanzioso potenziamento di organico anche per poter dare concrete gambe agli investimenti in infrastrutture previsti dal PNRR per il rilancio della dimensione territoriale dell’assistenza sanitaria (istituzione di Case ed ospedali di comunità, Centrali Operative territoriali, strutture e reti di telemedicina). Per fare funzionare queste strutture serve personale sanitario, tecnico, professionale e amministrativo.

Su questa scia chiediamo al Legislatore in primis di non confermare nel passaggio al Senato tale norma. In subordine, nel caso in cui non vi fossero i tempi tecnici necessari in vista della scadenza del termine di conversione, chiediamo di prevederne l’abrogazione attraverso il primo provvedimento di legge utile e di emanare, nelle more, una circolare che nell’immediato senza soluzione di continuità faccia salve le graduatorie degli idonei vigenti per non arrestare neanche per un giorno il percorso di potenziamento della Pubblica Amministrazione, ed in particolare del SSN.

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