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editoriale

Solo briciole, ancora una volta niente altro che briciole

di Monica Vaccaretti

Sono soltanto briciole, fumo negli occhi, gioco delle tre carte. E tanta propaganda, seppure le buone intenzioni delle misure adottate dal Governo siano di ridurre le tasse ai lavoratori ed aiutare le famiglie, persino con un altro bonus una tantum per i bebè. Come se questo bastasse per risolvere l'inverno demografico. Che poi in Italia il welfare per le famiglie è fondato da sempre sui nonni. Lavoro, salari, famiglia e sanità. La manovra si concentra su queste priorità e lo fa senza aumentare le tasse e mantenendo i conti in ordine, ha rivendicato con orgoglio il Presidente del Consiglio. Invece ancora una volta si tolgono semplicemente denari da una parte per metterli da un'altra. Possibile che questo Paese sia sempre strutturalmente senza soldi? Ancora una volta si cerca di accontentare tutti, dopo averli illusi, senza soddisfare veramente nessuno. È diventata prassi. La giustificazione è sempre quella. La coperta è corta, le risorse non bastano per tutto. Le hanno delapidate i governanti precedenti. È sempre colpa di qualcun altro. Il Consiglio dei Ministri che vara la Manovra è sempre più bravo dell'ultimo. Questa retorica ormai stanca e infastidisce.

Stavolta si tratta di trenta miliardi lordi sbriciolati e distribuiti in 144 articoli

Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana

La legge di Bilancio, che sostanzialmente prevede tagli alla spending review nella pubblica amministrazione e al welfare per racimolare il denaro pubblico, è approdata in Parlamento dopo essere stata firmata dal Presidente della Repubblica.

La realtà è che i soldi per far quadrare i conti sono talmente pochi che per trovare quelli necessari per rimpinguare il Fondo per le emergenze nazionali, di cui il Paese ha assolutamente bisogno per affrontare ad esempio le continue alluvioni e i dissesti ambientali a causa del cambiamento climatico, si è stabilita una estrazione aggiuntiva settimanale, il venerdì, per i giochi del Lotto e del Superenalotto.

Si pensa così di racimolare un gettito previsto di 50 milioni di euro l'anno. Mi sembra che si stia raschiando il fondo del barile. Una elemosina senza vergogna e una batosta per il servizio sanitario nazionale, commentano le opposizioni. Un vero festival dei tagli al welfare che porterà il Paese a sbattere, avverte la Cgil.

In sanità le promesse annunciate sono state disattese

Qualcuno davvero ci credeva, stavolta, che sarebbe andata diversamente? Lo stanziamento per la sanità è infatti decisamente ridotto rispetto a quanto annunciato. La manovra stanzia solo 1,3 miliardi di fondi aggiuntivi per il 2025 e risorse per i contratti. Avrebbero dovuto essere complessivamente 3,7 miliardi.

Secondo i sindacati di categoria di medici ed infermieri si tratta di una cifra insufficiente per dare ossigeno al sistema sanitario in crisi. L'incremento delle retribuzioni, per le quali sono stati stanziati 150 milioni di euro per il 2025 e quasi un miliardo dal 2026 in poi, sarà visibile in busta paga a partire dai prossimi anni quando saranno concluse le trattative per il rinnovo del contratti.

Intanto i soldi restano sospesi sulla carta. Secondo le stime gli infermieri avrebbero un aumento di stipendio di circa 7 euro netti al mese per il 2025 e di circa 80 euro per il 2026 mentre l'indennità di specificità medica salirebbe a 17 euro netti nel 2025 e a 115 euro nel 2026.

L'articolo 61 della legge di bilancio, che fissa tali cifre, specifica che gli incrementi saranno maggiori per alcune specializzazioni mediche meno ambite, a partire da Medicina d'Urgenza e Anestesia. Gli aumenti dei valori di indennità di specificità, si spiega nel decreto, hanno lo scopo di valorizzare le caratteristiche peculiari della dirigenza medica e veterinaria dipendente dal Ssn e riconoscere e valorizzare le competenze e le specifiche attività svolte dagli infermieri dipendenti delle aziende e degli enti del Ssn.

Cresce anche l'indennità di Pronto soccorso, per riconoscere le particolari condizioni di lavoro di medici e sanitari di questo settore: con decorrenza dal 1° gennaio 2025 l'aumento è di 50 euro complessivi, di cui 15 milioni per la dirigenza medica e 35 milioni per il personale del comparto sanità. Altri 50 milioni, con la stessa distribuzione, saranno elargiti con decorrenza dal 1° gennaio del 2026.

Le nuove assunzioni tanto promesse sono infine previste a partire dal 2026. E intanto? Si lavora come sempre, sottorganico. È una presa in giro. Le risorse destinate alla sanità sono legate, per la maggior parte, ad un contratto la cui discussione inizierà solo tra almeno due anni e che arriveranno nelle tasche degli interessati chissà quando. Quindi si tratta in sostanza di briciole che offendono l'intera categoria dei professionisti sanitari, spiegano i sindacati.

Al di là della solita propaganda, un'attenta analisi dei conti rileva che sostanzialmente sono infatti ancora una volta niente altro che briciole. Una beffa generalizzata. La peggiore forse l'hanno avuta i pensionati. Cosa altro sono infatti tre euro in più alle pensioni minime? Sono soltanto dieci centesimi al giorno per il 2025 e circa 4 centesimi, fanno quattro conti i sindacati che hanno già proclamato uno sciopero nazionale per il prossimo 20 novembre per protestare contro la Manovra.

Questo Governo si giustifica dichiarando che senza il superbonus elargito dal governo precedente ci sarebbero state più risorse e che ogni pensionato avrebbe potuto avere sino a 20 mila euro in più.Addirittura. Intanto la manovra prevede incentivi sul piano fiscale per restare al lavoro oltre l'età pensionabile, sino ai 70 anni nella PA perché la realtà è che i soldi per garantire le pensioni sono sempre meno. Si cerca quindi di tirare avanti così la previdenza sociale, finché le toglieranno del tutto, vien da pensare se queste sono le premesse, oppure nei prossimi anni saranno da fame per la maggior parte della popolazione.

Tre aliquote Irpef, taglio strutturale del cuneo fiscale per i redditi sino ai 35mila euro, bonus “nuove nascite” di 1000 euro per ogni figlio nato o adottato, beneficio dei genitori con un Isee entro i 40mila euro annui, ampliamento da due a tre mesi del congedo parentale retribuito all'80%, meno detrazioni, tagli ai ministeri, tagli alla sanità. Tutto qui.

Intanto andiamo avanti così, a mancette e scioperi, sino alla prossima Manovra. Evidentemente il valore dei professionisti sanitari, seppur tanto decantato, non ha neanche il peso di un pezzo di pane.

È innegabile che non esistono soltanto i lavoratori della sanità e che ci sono problemi giganteschi da risolvere in tanti aspetti della vita economica e sociale del Paese. Tuttavia il SSN non è cosa da tenere in poco conto, da trascurare, da umiliare. Si tratta della salute delle persone, in fondo. Invece si pensa di sfamare a parole la dignità di medici ed infermieri, tanto i governanti sanno che non smettono mai comunque di esercitare le loro nobili professioni nonostante lamentele, rivendicazioni e scontri con il Governo.

Pensano di compensare a promesse, ogni volta rimandate, la fatica di sostenere il peso di un sistema che sta andando a rotoli e che, consapevolmente, lasciano in realtà cadere. Perché in fondo dovrebbero investire su qualcosa che si intende cambiare? Forse è questa la ragione di tanta mala gestione delle risorse pubbliche e di tanto continuo sottofinanziamento alla sanità, piuttosto che pensare che invece la causa sia da attribuire ad una scarsa capacità nell'arte del governare e una poca lungimiranza nel risolvere le gravi e drammatiche criticità che rendono sempre più difficile, o penoso, vivere e lavorare in Italia.

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Commenti (1)

MaxGen76

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59 commenti

L’importante è che non tocchiate il calcio!

#1

Siamo capaci solo di lamentarci! Siamo un popolo di CT e capiamo tutto noi! Sta di fatto che rispetto ai cugini d’oltre alpe, quando si tratta di scendere in piazza o di scioperare tutti abbiamo da fare…e allora? I famosi 460.000 infermieri (in realtà 385.000, viste le dimissioni e coloro che si recano all’estero!) dove sono? Andate a vedere la vostra squadra del cuore che è meglio ma almeno abbiate la decenza di stare muti, soprattutto negli spogliatoi dove sembriamo tutti leoni per poi uscire fuori ed apparire come “gattini annaffiati”!!! Basterebbe poco per cambiare le cose una presenza massiccia sia in piazza e sia di adesione allo sciopero (che a parer mio si poteva fare già da 30 anni a questa parte! Forse non stavamo in queste condizioni!), vedrai come cambiano le cose!!!! Si garantiscono solo le urgenze e stop! È vero, dimenticavo, la nostra è una missione, una vocazione…sono peculiarità richieste assieme alla laurea e all’iscrizione all’albo, quindi non si può scioperare…!