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Salute olimpica, tra escherichia coli e boom di casi Covid

di Monica Vaccaretti

La salute alle Olimpiadi di Parigi vacilla, nonostante le forti raccomandazioni che alla vigilia le autorità sanitarie francesi avevano rivolto ad atleti e spettatori, pubblicando un vademecum in collaborazione con l'Organizzazione Mondiale della Sanità e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). Sebbene per i Giochi 2024 il ministero della Salute francese avesse preparato una guida dettagliata con consigli di salute pubblica, mettendo il benessere psicofisico e la sicurezza delle persone al centro della scena dell'importante evento sportivo internazionale, la situazione che si è creata nel Villaggio olimpico, al di là delle polemiche per la mancanza di aria condizionata e la scarsa qualità e quantità di cibo offerto, suggerisce che più di un aspetto non sia andato nel verso sperato o le indicazioni fornite dagli organizzatori siano state disattese.

Olimpiadi di Parigi, la salute (non è) al primo posto

Si sta registrando infatti un boom di casi Covid, laddove era stato raccomandato ai 10.500 atleti provenienti da 206 nazioni di mettere in atto, alla luce dell'attuale andamento epidemiologico con un'ondata estiva in corso, tutte le misure standard anti contagio già ampiamente note in caso di sintomatologia riferibile ad affezione respiratoria, puntando sul loro senso di responsabilità e di consapevolezza del rischio essendo ormai caduti obblighi e restrizioni.

A cinque giorni dalla conclusione delle Olimpiadi, è pertanto allarme Covid. Nel giro di due settimane, come da programma epidemiologico e secondo i tempi di trasmissione virale, i contagi sono esplosi. Prevedibile ed inevitabile, considerando gli affollamenti, la socialità, i momenti conviviali, l'inosservanza delle comuni norme igieniche.

Sono almeno 40 gli atleti positivi a Sars-CoV2. La denuncia arriva dall'Oms, che ricorda come il virus stia ancora circolando nel mondo sopra la soglia epidemica. Non sorprende vedere atleti infetti perché il virus e ancora molto presente nel mondo e negli ultimi mesi sta circolando abbastanza rapidamente non solo in Francia ma in molti altri Paesi dove si stanno registrando focolai di Covid che potrebbero avere influenzato anche gli eventi olimpici, spiega l'epidemiologa dell'Oms Maria Van Kerkhove nel corso di una conferenza dalla sede europea di Ginevra.

Il Comitato olimpico internazionale (Cio) ha esaminato tutti i diversi approcci per gestire la situazione in occasione di eventi affollati come i Giochi ed ha intrapreso le misure necessarie e i passi giusti per mitigare la diffusione in atto del virus, assicura l'esperta secondo la quale i dati reali sarebbero però fino a venti volte più alti tra i partecipanti alla manifestazione sportiva.

Febbre, tosse, affaticamento, dolori muscolari, mal di testa, perdita del gusto e dell'olfatto, mal di gola, congestione nasale, nausea, vomito e diarrea sono i sintomi della variante KP.3, appartenente alla famiglia Omicron, responsabile dell'attuale ondata. Sono sostanzialmente gli stessi delle altre varianti che l'hanno preceduta. I dati aggiornati, raccolti in 84 paesi attraverso il sistema globale di sorveglianza, documentano che la percentuale di test positivi, laddove si continua a tamponare, è aumentata significativamente nelle ultime settimane, portando ad un incremento del numero di ricoveri e di decessi in diverse regioni.

L'epidemiologa dell'Oms fa sapere che a livello globale il tasso di positività dei test supera il 10% con alcune aree, come l'Europa, che sta registrando un tasso superiore del 20%. In Europa il monitoraggio delle acque reflue suggerisce tuttavia che la circolazione del virus potrebbe essere da 2 a 20 volte superiore a quanto attualmente riportato, precisa esprimendo preoccupazione e sottolineando l'importanza di continuare a monitorare e a gestire l'epidemia con la dovuta attenzione.

Sono contagiose anche le acque della Senna

Durante lo svolgimento delle gare di nuoto nel fiume, gli atleti potrebbero essere esposti a batteri e ad altre infezioni. Non solo Escherichia Coli, per il quale si sono già segnalati tre casi tra i nuotatori belgi e svizzeri del Triathlon ricoverati in ospedale, ma anche leptospirosi, salmonella, shigella sino ad altri parassiti, come ameba e giardia, che possono contagiare attraverso l'acqua.

L'allarme è lanciato, in questi giorni che precedono allenamenti e gare, dai maggiori infettivologi mondiali. Gli espetti segnalano che la sintomatologia è variabile: gli atleti che si immergono nella Senna possono essere colpiti da mal di pancia, diarrea, vomito, febbre alta sino a manifestare sintomi più gravi a carico di alcuni organi vitali.

Nuotare in un fiume che resta ovviamente inquinato nonostante un miliardo e quattrocento milioni spesi per depurarlo e bonificarlo in vista della manifestazione sportiva, espone pertanto gli atleti ad un grave rischio per la salute, ampiamente segnalato agli organizzatori dalla comunità scientifica.

La prossima gara, lunga 10 chilometri, prevista per giovedi 8 per le donne e venerdi 9 per gli uomini, qualora ne fosse autorizzato lo svolgimento previo il giornaliero controllo delle acque, potrebbe riservare pericolose sorprese.

In attesa del verdetto sulla balneabilità perduta dalla Senna da cent'anni, per il momento gli olimpici non possono più nuotarci. La Senna è off-limits, borderline. Gli atleti, compresi quattro Azzurri, sono preoccupati e temono le acque del fiume che ancora non conoscono, sia per le correnti insidiose sia per i batteri nascosti.

Intanto il grande specchio, sempre desto, di Parigi, come lo descriveva il filosofo e scrittore tedesco Walter Benjamin, continua a scorrere incurante che gli uomini lungo le sue sponde si lamentino che questa edizione dei Giochi - celebrati in pompa magna con battelli delle delegazioni, sommergibili e cavalli d'argento che volavano a pelo d'acqua – facciano in realtà acqua da tutte le parti, tra la pioggia di polemiche.

I discorsi di atleti e commentatori, che fanno da contorno a grandi imprese che nobilitano il corpo umano e alle onorate medaglie di tutti i metalli preziosi, testimoniano purtroppo che le persone non sono ancora pronte a recepire, facendola davvero intima, quell'ottica One Health che l'Organizzazione Mondiale della Sanità sta cercando di promuove da anni.

Infatti non sappiamo che farcene di un villaggio Olimpico costruito secondo criteri edilizi di rispetto del clima e dell'ambiente. Ridiamo di letti di cartone, pur essendo sostenibili e funzionali. Non comprendiamo come si possa stare bene con un sistema di areazione naturale. Vogliamo aria condizionata e tanto cibo, che sia vario. Altrimenti ce ne andiamo altrove, cercando l'abituale ristoro e pretendendo solo il meglio. Dimostriamo così che il green resta soltanto un'ideologia politica, difficilmente praticabile se non viene compresa appieno dalle popolazioni a cui è destinata. Le persone sono abituate a tenori di vita e a comfort a cui è impensabile rinunciare.

Parigi, terra di accordi internazionali contro il cambiamento climatico, voleva essere in occasione dei Giochi anche una gara di prova per tutta l'umanità. Un allenamento in un mondo inquinato. In gioco c'è il futuro dell'umanità, la sua resilienza, nonché la sostenibilità di un diverso modo di vivere che si sta progettando con fatica contro il tempo.

Ecco, in tal senso nessuna medaglia è stata vinta. Sul medagliere della salute ci sono soltanto medaglie di legno. La strada per tentare di salvare il mondo è ancora in salita, il traguardo della maratona è lontano. A ricordarcelo un fiume rovinato, che non ha nessuna colpa di essere diventato inospitale dopo secoli di bellezza e trasparenza. Un virus che le persone avevavo cancellato, che non ha nessuna colpa della nostra dimenticanza e noncuranza. E una tregua olimpica che non è stata giammai osservata nonostante tutti gli accorati appelli di consuetudine e di circostanza.

Il rischio di una guerra regionale che infiammi il Medioriente è già alle porte. In attesa degli eventi che squilibrano il mondo ben peggio della inaspettata caduta dalla trave della leggendaria ginnasta americana Simone Biles, la fiamma nel braciere-mongolfiera continua a bruciare sopra Parigi, anch'essa incurante delle beghe degli uomini belligeranti.

Sorvola, splendendo della bellezza unica degli uomini che competono in pace, in attesa di illuminare anche le Paraolimpiadi in programma dal 28 agosto all'8 settembre. Speriamo per allora di cavarcela o di fare, con e per gli atleti diversamente abili, una figura migliore in termini di rispetto della salute. Il record mondiale One Health resta purtroppo irraggiungibile.

Infermiere

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